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[Recensione] Le Confessioni, un film di Roberto Andò con Toni Servillo

Abbiamo visto e recensito per voi Le Confessioni, un film di Roberto Andò con un cast formato da Toni Servillo e Pierfrancesco Favino.

Un lussuoso albergo ospita i ministri dell’economia di 8 paesi, riunitisi per approvare una misteriosa manovra che avrà gravi conseguenze in molti paesi. L’organizzatore dell’incontro sembra essere il direttore del Fondo Monetario Internazionale. Tra gli ospiti della struttura, però, c’è anche un monaco italiano…

I temi portanti dell’opera sono chiari fin da subito: la politica, intesa come riflessione sulla condizione attuale della stessa, e la religione. Pur non esaurendosi soltanto in queste e pur assumendo, esse stesse, varie sfaccettature, queste tematiche pervadono il film dal primo all’ultimo fotogramma.

La grande scommessa di Roberto Andò è quella di inserire un numero enorme di riflessioni su tali argomenti nel contesto di un inusuale thriller scandito da ritmi lenti e da tempi dilatatissimi.

Il rischio del raccontare una storia come pretesto per criticare il sistema economico vigente è quello di cadere nella retorica e nel già visto, per fortuna, attraverso la scelta stilistica sopracitata ciò non accade e il prezzo da pagare è quello di un film che probabilmente resterà un oggetto criptico agli occhi di uno spettatore comune, ma che stimolerà invece coloro che sono pronti a vedere il cinema non solo come divertissement ma anche e soprattutto come uno strumento per riflettere su temi importanti e sulla nostra contemporaneità. Sia chiaro, non sempre il film di Andò riesce in maniera limpida nell’impresa e in certi momenti cede ai cliché e a surrealismi, forse, non idonei alla struttura narrativa dell’opera, ma si tratta comunque di un film importante che spinge alla riflessione.

Gli attori sono tutti in parte, Servillo è una garanzia, un mostro di bravura, Favino si dimostra ancora una volta uno degli attori italiani più bravi e carismatici di questi anni, Daniel Auteuil straordinario nel mettere in scena il mondo interiore di un uomo che, per sua stessa ammissione, non ama perdere tempo.

La banalità, intesa quasi come stupidità, del male è messa a nudo, in un certo senso, dal silenzio, dall’ascolto e non dalle superflue parole… …e già questo è uno spunto di riflessione importante.

VOTO: 7,5


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