La nuova recensione realizzata dal Torino Film Festival 2017, è relativa al film The Death of Stalin (Morto Stalin, se ne fa un altro).
Il film è diretto da Armando Iannucci, e interpretato, tra gli altri, da Andrea Riseborough, Olga Kurylenko e Jeffrey Tambor.
Cosa fecero Malenkov, Kruscev, Molotov, Beria e gli altri stretti collaboratori di Stalin quando, nel 1953, trovarono il dittatore riverso nel suo studio colpito da un infarto? A questa e ad altre domande risponde causticamente la black comedy che Armando Iannucci ha adattato da una graphic novel francese: panico, intrighi, sgambetti, paranoie, epurazioni, vendette, rincorsa al potere, la tragedia che si trasforma in farsa.
Il film di Iannucci è uno strano ibrido, un prodotto che non sai come maneggiare. Iniziamo subito dicendo che il titolo italiano è totalmente fuorviante: nessun Stalin sarà sostituito da cloni o sosia. La sostanza di cui è composto è tratta dalla Storia, lo sviluppo sembra preso dalla serie tv Veep, con cui Iannucci ha collaborato e la pellicola rientra perfettamente nel genere grottesco, in cui con ogni risata, si sento un filo di amaro in bocca.
I personaggi sono tutti eccezionali, nessuno escluso, e tutti hanno la possibilità di esprimere al meglio le loro doti. Su tutti troneggiano Steve Buscemi, Jason Isaac, irresistibile, Jeffrey Tambor, stupendo e l’ottimo Simon Russel Beale. La pellicola è punteggiata da scene madri e dialoghi trascinanti, la regia è solidissima e ogni elemento trova soddisfazione con la telecamera. Il pubblico si diverte molto e il film fa sorridere, non ridere.
Stride, invece, un pochino la scelta, per alcuni versi inevitabile con questo cast, di far recitare tutti in inglese e, soprattutto, stridono maggiormente le uccisioni che si vedono nel film, legate alle scene divertenti, in barba alla sensibilità verso chi, questi orrori, gli ha vissuto sulla propria pelle. Lo stile ricorda un po’ quello dei Monty Python, con le dovute differenze, e infatti nel cast vi è anche Michael Palin, o quello della saga di Scary Movie.
Ma, magari dopo due minuti di pellicola, il tono torna improvvisamente serio e il film brilla di ottime interpretazioni e regia perfetta. In ogni caso l’opera di Iannucci ha un grosso pregio, vorresti non finisse mai e vorresti non smettere mai di vedere attori così capaci recitare insieme. Il film è stato anche presentato al Toronto Film Festival.
Il trailer.
Scopri di più da UNIVERSAL MOVIES
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.