Nella sezione Festa Mobile del Torino Film Festival è stato presentato The Florida Project, film diretto da Sean Baker, e interpretato da Willem Dafoe.
Film di chiusura del Festival, The Florida Project ha raccolto consensi entusiasti dalla critica che ha potuto vederla anche durante il Festival del Cinema di Cannes.
Cosa c’è dirimpetto al Disney World Resort, “il posto più felice sulla terra”? C’è un motel colorato in cui vive un’umanità ai margini, dove i bambini sono monelli indomabili, “piccole canaglie” che attraversano l’infanzia senza regole e senza limiti, ma con un unico punto di riferimento: Bobby, il manager del motel.
Il film di Sean Baker è una vera gioia per gli occhi, non perchè mostri delle cose splendide, beninteso, ma perchè si respira un senso di cinema molto forte e si vedono delle interpretezioni eccellenti.
Baker ci aveva già stregato col bellissimo Tangerine, passato anche questo durante un Torino Film Festival, e con The Florida Project ritroviamo la sua mano, una mano che mostra un’umanità alla deriva ma che ci fa percepire come lui ami profondamente i suoi personaggi.
Willem Dafoe interpreta un gestore di motel a volte duro, a volte accogliente, a volte impacciato ed è un piacere riscoprire un attore sempre validissimo. Ma il vero colpaccio Baker ce lo mostra con i piccoli protagonisti, molto spontanei, teneri e terribili, ma veri come non se ne vedeva da tempo.
La pellicola avrebbe potuto calcare la mano sul degredo o su la denuncia per alcune situazioni così forti vicino ad un posto che dovrebbe essere magico, ma non è l’intenzione del regista: egli ci vuole solo mostrare la Vita, che alcune volte è crudele ed alcune volte è un regalo.
La scena finale è la giusta conclusione di un’ottima prova d’autore ed è molto emozionante, peraltro girata con un iPhone, mentre il resto del film è in 35 mm. La fotografia del film è fantastica e riesce ad essere un po’ triste anche in una scena assolata.
The Florida project è un grande prodotto di un regista che sta già dimostrando una mano autoriale e una sua firma registica forte, sentiremo parlare molto di lui, forse anche alla notte degli Oscar.
Ecco il trailer del film.
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per conoscenza, “the happiest place in the world” non è disneyworld in florida, ma disneyland in california. sarebbe il caso di documentarsi, prima di scrivere. in quanto ai “monelli indomabili,” “teneri e terribili,” devono essermi sfuggiti. qui si vedono solo delinquenti, allevati da madri persino peggio di loro. i bambini di kore-eda, di truffaut, dei fratelli dardenne, di de sica, di rossellini, di tarkovsky, di klimov, i bambini del cinema iraniano — quelli meritano la nostra empatia. non la white trash che ci propone *the florida project.*
Ciao Gloria, prendo atto della tua correzione riguardo l’ubicazione del parco in questione, ma non sulla critica al nostro autore riguardo la sua personalissima visione del film. Puoi non essere d’accordo, ma non criticare ciò che pensano gli altri.
Comunque sia, grazie del tuo commento.