heavy trip recensione

[36TFF] Recensione di Heavy trip, il film di Juuso Laatio e Jukka Vidgren

La sezione After Hours non è solo dedicata agli horror, a tal proposito quest’anno, al Torino Film Festival, ci siamo fatti anche due risate con Heavy trip, il cui titolo in originale è Hevi reissu.

Quattro ragazzi di un paesino finlandese, buoni come il pane, suonano il metal (anzi, il symphonic post-apocalyptic reindeer-grinding Christ-abusing extreme war pagan fenno-scandinavian metal) in una band, gli Impaled Rectum. Da sempre disprezzati, dopo mille peripezie demenzial-surreali finiranno col suonare a un festival in Norvegia. 

Il film di Laatio e Vidgren è figlio di uno strano corto-circuito cinematografico: il metal, la Finlandia e il genere commedia. Il mix che si viene a creare è riuscito e divertente.

La Finlandia, per definizione, è un ambiente idilliaco e se, come in questo caso, parliamo della zona rurale e paesana, è ancora più sdolcinato, con cottage nei campi, negozi di fiori e chiesette deliziose.

Come può sfondare un gruppo cupo e metal in un ambiente così delicato? L’opera del duo finlandese ce lo mostra e soprattutto lo fa con tanto divertimento. In Heavy trip si ride e anche di gusto: sono tante le scene cult ma, su tutte, vi consigliamo la foto all’autovelox, l’assalto dei terroristi al confine e l’arrivo al festival metal sulla nave dei vichinghi.

Ottimi tutti gli attori, nessuno escluso e buona la sceneggiatura, anche se non tutto funziona e non tutte le scene comiche sono riuscite. Si segnala una grande cura negli effetti speciali, che sono particolarmente belli e curati.

Heavy trip vi divertirà come a divertito il pubblico del Torino Film Festival, per tutta la durata del film per arrivare ad un finale coinvolgente e scatenato. Non perdetelo!


Il Trailer



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