[36TFF] Recensione di High life, lo sci-fi con Robert Pattinson
Nella sezione After Hours del Torino Film Festival 2018 abbiamo visto High life, film di fantascienza diretto da Claire Denis, nome noto a chi frequente i festival cinematografici, con Robert Pattinson, Juliette Binoche e Mia Goth.
Un carcere nello spazio, un prigioniero votato alla castità, una dottoressa che insegue segnali di vita.
Il film della Denis, stranamente girato in inglese a differenza dei suoi precedenti film tutti in francese, ha alte ambizioni: il senso della vita, la maternità, l’amore e la morte, allineandosi alla fantascienza filosofica di Kubrick o di Tarkovskij.
Purtroppo l’opera è molto modesta e manca completamente il bersaglio, come un arciere dalle grandi ambizioni. Il senso del film sfugge dalla sceneggiatura, la scenografia fa molto anni ’70, quasi fosse tutto di cartone. L’ambientazione, peraltro, è limitata a pochi ambienti che si ripetono, probabilmente per motivi di budget.
Gli attori sono svogliati e atoni, in particolare Juliette Binoche che si cimenta in un paio di scene che rasentano lo scult. Passabile Robert Pattinson che continua il suo percorso di allontanamento da Twilight. La pellicola insiste sui liquidi vitali: sangue, sperma, latte materno, è tutto un colare ripetuto e insistito.
Non aiutano neanche i piani temporali, non proprio chiarissimi e un finale un po’ flaccido. Beninteso, il film non è bruttissimo, ma Claire Denis è una grande autrice che trova sicuramente il suo senso tra le strade e i cuori parigini, non nello spazio.
Il Trailer
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