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[36TFF] Recensione di Relaxer, il film di Joel Potrykus

Torna al Torino Film Festival, dopo aver presentato qualche anno fa The Alchemist Cookbook, il regista Joel Potrykus, qui presenta Relaxer per la sezione After Hours.

Mentre fuori incombe l’Apocalisse del Millennium Bug, un ragazzo (Joshua Burge, un viso a metà tra Buster Keaton e Marty Feldman) è inchiodato sul divano a giocare a Pac Man per via di una scommessa fatta col fratello sadico. 

Qualcuno, parlando di questo film, ha scomodato perfino Ready Player One: no, non ne siamo minimamente vicini, a nessun livello. Relaxer è uno di quei film che ammicca ad un pubblico giovane, puntando tutto sulla quantità di schifezze che riesce a far vedere.

Un po’ come un Jackass 2018, il protagonista è psicologicamente prigioniero di sfide continue, supportato da un fratello che alimenta la sua malata psiche. Il film, come The Guilty, è tutto ambientato in un unico ambiente, ma lo stile è completamente assente.

Joshua Burge punta alto nel cercare in Buster Keaton come suo riferimento, ma ha solo uno sguardo attonito e disturbante. La pellicola, come è facile immaginarsi, è piena di vomito, urina, insetti e tutto quello che può rovinarti la visione di un film.

Più simile ad un Super8 fatto da un ragazzino che prende per la prima volta in mano una cinepresa, Relaxer è un film superfluo: è superfluo guardarlo, come è superfluo parlarne ulteriormente.



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