Nella giornata conclusiva del 37° edizione di Torino Film Festival sono stati assegnati i tanti ambiti premi ai migliori film presenti alla nove giorni di kermesse. Qui vi presentiamo la lista dei vincitori relativamente ai premi collaterali.
Il Premio Scuola Holden alla miglior sceneggiatura è andato a The Platform, horror spagnolo diretto da Galder Gaztelu-Urrutia. L’Italia si aggiudica il Premio gli Occhiali di Gandhi con Sono innamorato di Pippa Bacca, titolo diretto da Simone Manetti.
Ma diamo una lettura alla lista completa dei vincitori, con relative motivazioni.
Premi Collaterali 37TFF
PREMIO SCUOLA HOLDEN
La Giuria composta dagli allievi e dalle allieve del College di Cinema, assegna il premio
Miglior sceneggiatura Torino 37 a:
EL HOYO / THE PLATFORM di Galder Gaztelu-Urrutia (Spagna)
Con la seguente motivazione:
Un film che onora il genere fantastico. Sorprendente e tagliente, sociale, abissale, piramidale, alimentare e verticale. Un’idea di spazio sviluppata senza un attimo di tregua.
Menzioni speciali a:
DYLDA / BEANPOLE di Kantemir Balagov (Russia)
HVÍTUR, HVÍTUR DAGUR / A WHITE, WHITE DAY di Hlynur Pálmason (Islanda/Danimarca/Svezia)
PREMIO DAMS
La Giuria composta da Niccolò Buttigliero, Dario Cerbone, Camilla Fusato, Stefano Tropiano, Chiara Varese, assegna il premio come miglior Casting Director a:
VLADIMIR GOLOV per il film Dylda/Beanpole (Russia)
Con la seguente motivazione:
Per la capacità di riunire un comparto attoriale costituito da esordienti e semi-esordienti, con fisicità e fisionomie dissimili, catalizzatore di ambigue pulsioni.
PREMIO ACHILLE VALDATA
La Giuria composta dai lettori di “Torino Sette” Paola Capuano, Surya Dubois Pallastrelli, Samantha Ghirotto, Luciana Leoni, Elena Merlo, Patrizia Silvestri, Graziella Tripodi, assegna il premio Miglior film a:
MS. WHITE LIGHT di Paul Shoulberg (USA)
Con la seguente motivazione:
Per la capacità di affrontare un tema così delicato con sensibilità, ironia e cinismo.
PREMIO AVANTI!
La Giuria del Premio AVANTI! (Agenzia Valorizzazione Autori Nuovi Tutti Italiani), formata da Giulia Esposito, Giorgia Goi, Andrea Zanoli, assegna il PREMIO AVANTI! per la Distribuzione delle opere prime premiate nella rete dei cineforum e cineclub al film:
HVÍTUR, HVÍTUR DAGUR / A WHITE, WHITE DAY di Hlynur Pálmason (Islanda/Danimarca/Svezia)
Con la seguente motivazione:
Un film profondo e sorprendente che introduce lo spettatore a un mondo fatto di silenzi per poi trascinarlo in un crescendo di emozioni travolgenti, e tremende. Il film riesce a mostrare con sensibilità e al contempo forza dirompente come l’amore più grande e incondizionato possa coesistere con il dolore e la rabbia, e il difficile percorso di accettazione di queste lacerazioni interiori tra sentimenti ugualmente legittimi. La riuscita alchimia dei comparti tecnici conferisce a quest’opera uno straordinario realismo, al servizio di una brillante regia che alterna elegante classicismo a momenti di illuminata autorialità.
PREMIO GLI OCCHIALI DI GANDHI
La giuria della nona edizione del premio “Gli occhiali di Gandhi”, composta da Loredana Arcidiacono, Dario Cambiano, Massimiliano Fortuna, Alessandra Culasso, Gabriele Pujatti, assegna il Premio Gli Occhiali di Gandhi a:
SONO INNAMORATO DI PIPPA BACCA di Simone Manetti (Italia)
Con la seguente motivazione:
Per la doverosa attenzione a uno dei problemi più disperanti del nostro tempo. Per non perdere di vista i valori universali dell’accoglienza e della solidarietà, che danno senso alla nostra vita
MENZIONE SPECIALE a:
NOUR di Maurizio Zaccaro (Italia)
PREMIO INTERFEDI
La Giuria Interfedi, promossa dalla Chiesa Valdese e dalla Comunità Ebraica di Torino, con il patrocinio del Comitato Interfedi della Città di Torino, e composta da Sophie Peyronel (Chiesa Valdese), Daniele Segre (Comunità Ebraica) e Beppe Valperga (Comitato Interfedi), attribuisce la settima edizione del “Premio per il rispetto delle minoranze e per la laicità” al film:
MADE IN BANGLADESH di Rubaiyat Hossain (Francia/Bangladesh/Danimarca)
Con la seguente motivazione:
Rappresenta in modo efficace e crudamente realistico, con un’ottima recitazione e direzione, la condizione lavorativa femminile in un laboratorio tessile di un’area economicamente marginale, presentando una storia di emancipazione e coraggio che muove dalla presa di coscienza di diritti da noi dati per scontati e in altre realtà ancora da affermare.
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