Non poteva mancare nella retrospettiva del Torino Film Festival 2019 dedicata al cinema horror, Freaks, capolavoro del 1932 diretto da Tod Browning. Questa la nostra recensione.
Nel circo si avvicendano le storie dei vari freaks, ovvero i fenomeni da baraccone che, a causa della loro deformità, vengono usati per far provare disgusto al pubblico. Ma la più disgustosa è Cleopatra, la trapezista che sposa un nano per i soldi.
COMMENTO
Il film di Browning è un capolavoro a tratti disturbante, e questo perchè il regista ha reclutato per la pellicola persone con deformità reali, senza trucchi protesici o effetti particolari. In Italia non ha mai avuto distribuzione in sala, ma è passato solo in tv. In Gran Bretagna è stato visto ben 30 anni dopo la produzione e in molti paesi è stato pesantemente tagliato.
Freaks è diventato, col tempo, un grande cult, omaggiato da tantissimi film, il cui punto più alto si è visto con la stagione Freakshow di American Horror Story che ne ha ripreso personaggi, parte della trama e atmosfere, grazie al grandissimo produttore Ryan Murphy.
La pellicola è tutt’ora molto impressionante ed efficace, solo che ora i nostri eroi più che disgusto o fastidio, creano allo spettatore un senso di tenerezza e di empatia, quale in origine, probabilmente, voleva essere l’obiettivo di Browning.
A distanza di anni, Freaks rimane un cult inarrivabile e un progetto irripetibile, coraggioso per gli anni ’30 e attuale ancora oggi per far capire che la mostruosità è un elemento puramente dell’anima, non dell’aspetto fisico.
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