La retrospettiva di quest’anno del Torino Film Festival è dedicata al cinema horror, dagli albori fino ai primi anni ’70. Occhi senza volto, diretto nel 1960 da Georges Franju, fa parte di questa sezione. Ecco la nostra recensione.
Un chirurgo causa un incidente che porta la figlia a rimanere sfigurata. Per porre rimedio, rapisce giovani donne con l’intenzione di regalare alla figlia un viso nuovo.
COMMENTO
Il titolo originale è Les yeux sans visage, tra gli interpreti spicca una radiosa Alida Valli e, nel settore tecnico, non possiamo non segnalare la presenza di Maurice Jarre per la colonna sonora, vincitore di 3 premi Oscar per Ghost – Fantasma, Passaggio in India e Il dottor Zivago.
L’opera di Franju è molto interessante sotto diversi aspetti: è un horror di grande atmosfera, supportato da un bianco e nero veramente suggestivo, è caratterizzato da una certa crudeltà e audacia per gli anni ’60, soprattutto nella scena dell’asportazione del viso, veramente impressionante.
Occhi senza volto è un film di grande intensità emotiva, forse un po’ corto, dura circa 75 minuti, ma di assoluto valore artistico – a tal proposito pare che Pedro Almodovar si sia ispirato a questo film per il suo La pelle che abito. La maschera che copre il viso della della figlia sfigurata è fortemente evocativa e suggestiva.
Storicamente Georges Franju ha girato pochi film e questo è forse il suo più famoso, ma è un nome molto importante nel mondo del cinema poichè nel 1937 ha fondato con Henri Langlois il più importante archivio cinematografico del mondo, la Cinematheque Francaise.
Il film, quando uscì, fu giudicato scandalosamente violento e rigettato con forza da pubblico e critica. Col tempo, soprattutto per la sua forza visiva e lo straordinario futurismo, è stato rivalutato. Da vedere!
Scopri di più da UNIVERSAL MOVIES
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.