Oggi, 31 maggio 2020, Clint Eastwood compie 90 anni. Noi gli rendiamo omaggio così, cercando di vedere quegli aspetti che contraddistinguono Eastwood attore e Eastwood regista, tra mito e cinema d’autore.
Tanto per cominciare, Eastwood deve molto a Sergio Leone che lo ha voluto come protagonista nella Trilogia del dollaro nei panni dell’antieroe senza nome stagliatosi immediatamente nell’immaginario collettivo creando così l’archetipo recitativo che sarebbe stato imitato da molti.
Il western accompagnerà Eastwood anche negli anni seguenti, soprattutto in film da lui diretti e interpretati tra cui Lo straniero senza nome (1973), Il texano dagli occhi di ghiaccio (1976), Il cavaliere pallido (1985) e, soprattutto, il crepuscolare e cinico Gli spietati (1992) che gli ha fatto vincere l’Oscar per la regia. La lezione appresa da Leone, dunque, nel corso degli anni si fa più cupa diventando efficace metafora dei tempi.
Accanto al western, però, Eastwood sfoggia incredibili doti registiche anche nel biopic come dimostra Bird (1988) dedicato al sassofonista Charlie Parker. Negli ultimi anni, il biopic ha assunto una certa preponderanza nella cinematografia eastwoodiana: basti citare film come J. Edgar (2011), American Sniper (2014), Sully (2016) e il suo ultimo lavoro Richard Jewell (2019).
Un discorso a parte bisogna farlo per Ore 15:17 – Attacco al treno (2018), film sull’attacco terroristico sul treno Thalys sventato da tre cittadini statunitensi. Per girarlo, Eastwood chiama proprio i tre giovani che hanno sventato l’attacco, creando così un corto circuito tra ciò che è realtà e ciò che è finzione ricostruita.
Ma ciò che colpisce nella filmografia di Eastwood, soprattutto a partire dagli anni Duemila, è il senso di morte che pervade i suoi film. Lo dimostrano Mystic River (2003), Million Dollar Baby (2004, secondo Oscar per la regia), Gran Torino (2008) e Hereafter (2010).
Ciò che emerge da questo breve riassunto è l’aspetto dicotomico che pervade Clint Eastwood, sempre diviso tra mito (i western di Leone e la saga di Harry Callaghan) e il cinema d’autore in cui la persona qualunque si trova a fronteggiare il Sistema. Un cinema anche politico in alcuni casi che sembra opporsi all’ideologia politica di Eastwood cittadino americano. Dicotomia, appunto.
Tanti auguri Clint, speriamo di vedere altri 90 anni di cinema.
Scopri di più da UNIVERSAL MOVIES
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.