Star Trek: Picard, il commento trekkie all’episodio 6
Eccoci qua, come ogni venerdì, a commentare in stile trekkie un nuovo episodio di Star Trek: Picard, appena pubblicato da Amazon Prime Video. Siamo arrivati al sesto capitolo, intitolato in italiano La Scatola Impossibile. PUO’ CONTENERE SPOILER.
La scorsa settimana ci eravamo lasciati con Jean Luc Picard ed il suo improvvisato equipaggio diretti verso il cubo Borg/Romulano, alla ricerca dell’androide Soji (Isa Briones). L’episodio riprende proprio durante il viaggio, un tragitto che, dobbiamo dirlo, è intervallato da scene e momenti non particolarmente entusiasmanti e degni più di Star Trek: Discovery, che di Star Trek: Picard.
Ci riferiamo in particolare all’insulsa e totalmente fuori contesto scena amorosa tra il Capitano Rios (Santiago Cabrera) e la Dottoressa Jurati (Alison Pill). Un capitano alcolizzato che gioca a pallone sul ponte a petto nudo il quale, improvvisamente, viene baciato dalla dottoressa che la sera prima, senza apparente motivo, ha ucciso suo marito. Sembrava più Altered Carbon che Star Trek, onestamente.
A questo aggiungiamo i lunghi e reiterai dialoghi romantici tra il romulano Narek e la sitetica Soji che, in particolare in questo episodio, assomigliavano sinistramente alla sonnolente love story tra Michael Burnham e Ash Tyler in Star Trek: Discovery, senza dubbio una delle pagine più tristi ed infauste in sessant’anni di storia di Star Trek.
Nonostante questi momenti non particolarmente edificanti, che non fanno del sesto capitolo il migliore tra quelli fino ad ora pubblicati, l’episodio si riprende molto bene nella seconda parte. Patrick Stewart è fantastico nel riportare a galla i dolori latenti dell’assimilazione Borg avvenuta trent’anni fa (il leggendario doppio episodio The Best of Both Worlds risale al 1990).
Memorabile la scena nella quale Picard, seduto nel suo ufficio, osserva il suo viso sovrapporsi a quello di Locutus durante l’assimilazione. Chiunque sappia di cosa stiamo parlando, avrà avuto come minimo i brividi. Brividi che si intensificano all’arrivo del Capitano sul cubo Borg, dove fantasmi e visioni del passato lo assalgono e solo la vista dell’ex Borg Hugh (Jonathan Del Arco), è capace di rassicurarlo.
Molto bello il finale, che non vogliamo spoilerare, nel quale Picard e l’androide Soji, grazie ad una sofisticata tecnologia aliena, vengono lanciati in un pianeta ricco di connessioni con il mondo di Star Trek: The Next Generation. Come al solito l’attesa è a mille ma, cari sceneggiatori, attenzione a non esagerare con elementi totalmente estranei al canone di Star Trek. E’ fisiologico dover pagare pegno alla televisione del 2020, ma si può fare con estrema moderazione.
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