Abbiamo visto su Netflix i primi due episodi della serie Snowpiercer. Queste le nostre impressioni a caldo, in attesa di una recensione completa al termine della prima stagione.
Snowpiercer, così come l’omonimo film del 2013 di Bong Joon-ho, trova spunto da Le Transperceneige, la graphic novel francese creata da Jacques Lob e Jean-Marc Rochette. La serie è ambientata all’interno del fantomatico treno da 1001 vagoni, e condivide il medesimo universo narrativo di film e graphic novel, anche se ognuno posizionato cronologicamente in diverse epoche.
Il film di Bong Joon-ho era un cinico racconto sul capitalismo e su una furiosa lotta di classe, il tutto si svolgeva all’interno di un treno che girava ininterrottamente intorno ad un mondo immerso in un gelo perenne, causato da improbabili e fatali esperimenti tesi ad evitare il riscaldamento globale.
Lo show televisivo, pur ripercorrendo in parte i “binari” tracciati da Bong Joon-ho, aggiunge ingredienti, al fine di adattare la narrazione ad una trama a sviluppo orizzontale, divisa nella sua prima stagione in 10 episodi della durata di circa 40 minuti ciascuno.
Data la necessità di spalmare il racconto su un tempo più lungo, non sorprende che i produttori abbiano scelto uno slancio meno frenetico rispetto al film, ciononostante ci sono altri elementi che possono compensare questa “mancanza”. Il design è più grande e audace, adesso si ha la possibilità di esplorare con più cura, soffermandosi maggiormente sui dettagli, questi 1001 Vagoni in cui, dopo essere stati suddivisi in classi sociali, vengono stipati i sopravissuti di questo mondo post-apocalittico.
L’atmosfera che si respira, come nel resto del franchise, è tetra e claustrofobica, in questo contesto si muove il “taillie”Andre Layton, interpretato da Daveed Diggs, un ex detective che dovrà indagare su un omicidio avvenuto in “Terza Classe”, elemento questo che, oltre a permettere di visionare attraverso gli occhi di Andre i diversi ambienti del treno, apporta un tono noir alle vicende, varcando, metaforicamente, i confini ed espandendo il percorso di quel famoso treno in cui Agatha Christie ambientò il suo romanzo “Assassinio sull’Orient Express”.
Buona appare la caratterizzazione dei personaggi sin qui incontrati, in particolare dell’ex Detective Andre e della “Voce del Treno” Melanie, interpretata dall’affascinante Jennifer Connelly. Le ambientazioni sono all’altezza e la regia appare sempre puntuale e attenta dove, anche se indirettamente, si percepisce la pesante presenza di Bong Joon-ho.
Le premesse per un buono show ci sono tutte e la partenza non ha deluso le aspettative.
Rimanete sulle nostre pagine per la recensione dell’intera prima stagione.
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