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Sean Connery, un’icona indimenticabile

Il mondo intero ha da poco appreso della notizia della morte di Sean Connery e difficilmente potremo abituarci all’idea che il mitico interprete di James Bond non c’è più.

Scozzese fino al midollo, nato a Edimburgo nel 1930, Sean Connery ha attraversato oltre 50 anni di storia del cinema interpretando ruoli diventati autenticamente iconici a cominciare dall’indimenticabile James Bond.

Era infatti il 1962 quando Albert Broccoli lo scelse per interpretare il ruolo dell’agente segreto nato dalla penna di Ian Fleming nel film Agente 007 – Licenza di uccidere. E fu l’inizio di uno straordinario successo mondiale.

Il successo spinse Connery a tornare a vestire i panni di James Bond altre quattro volte (cinque, contando anche Mai dire mai che però non fa parte della serie ufficiale).

Ma negli anni Sessanta la carriera dell’attore non si ridusse esclusivamente a 007, recitando anche per autori con la “a” maiuscola come Alfred Hitchcock (Marnie, 1964) e Sidney Lumet (La collina del disonore, 1965).

Gli anni Settanta videro Connery protagonista di film più complessi anche se non sempre di successo al botteghino, ma che dimostrarono le straordinarie capacità recitative dell’attore; a questo proposito occorre ricordare un film come Riflessi in uno specchio scuro (1972) di Sidney Lumet in cui Connery vestì i panni di un violento e e sadico commissario.

Nel decennio successivo Connery affrontò diversi generi come la fantascienza (Zardoz, 1974), l’avventura (Robin e Marian, 1976) e la guerra (Quell’ultimo ponte, 1977) dando

Gli anni Ottanta risultarono un decennio di grandi soddisfazioni per Connery con film di successo come Il Nome della Rosa (1986) in cui vestì gli inediti e inusuali panni del frate investigatore Guglielmo da Baskerville, ruolo che gli valse il BAFTA come miglior attore.

Ma è con The Untouchables – Gli Intoccabili (1987) di Brian De Palma che l’attore toccò il vertice riuscendo a vincere Oscar e Golden Globe come miglior attore non protagonista per il ruolo di Jimmy Malone.

Il decennio si chiuse con un altro ruolo iconico accanto a un’icona altrettanto importante: fu infatti Henry Jones, padre di Indiana Jones in Indiana Jones e l’ultima crociata (1989) nonostante ci fossero solo dodici anni di differenza tra Connery e Harrison Ford.

Negli anni Novanta, iniziati con il successo ottenuto da Caccia a Ottobre Rosso, Connery incappò in alcuni flop sia di critica che di pubblico (Il Primo Cavaliere, Mato Grosso e Sol Levante), ma si risollevò recitando accanto a Catherine Zeta- Jones nell’elegante thriller Entrapment (1999).

Convinse nuovamente la critica interpretando uno scrittore in Scoprendo Forrester (2000) di Gus Van Sant. Nel 2003 prese parte a La Leggenda degli Uomini Straordinari, tratto dalla graphic novel di Alan Moore che fu un fiasco di critica e pubblico, per poi ritirarsi dalle scene.

Attore elegante e dal fascino innegabile, Sean Connery ha scritto pagine memorabili della storia del cinema diventando un’icona sfaccettata e poliedrica con ruoli assurti ad archetipi in tutto il mondo.


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