Abbiamo appena terminato la visione del quinto episodio della seconda stagione di The Mandalorian e stiamo scrivendo di getto questa breve recensione per non perdere quel fremito che solo l’immediatezza post-visione può regalare.

Questo episodio – la cui potenza è già anticipata dall’evocativo titolo “The Jedi” – è diretto da Dave Filoni, già regista e supervisore dell’animazione della serie “The clone wars”, nonché uno dei più grandi conoscitori della cosmologia di Guerre Stellari.

Scegliamo di non addentrarci nei dettagli della trama, anche se il titolo della puntata va chiaramente oltre il semplice presagio, ma ci limitiamo a dirvi che Filoni sceglie di riprendere uno dei personaggi più amati del cosiddetto “canone secondario” di Star Wars e di riportarlo sul piccolo schermo.

“The Jedi” è un episodio non solo bello, ma anche importante, in quanto porta a compimento quella strada che The Mandalorian aveva intrapreso per andarsi ad intrecciare con taluni degli eventi più noti del mondo cosmogonico creato da George Lucas.

In questo senso sicuramente l’episodio potrà rivelarsi tra i più apprezzati dal fandom che non si limita a guardare i film del filone principale, ma che approfondisce la conoscenza dell’universo di riferimento tramite le serie animate, i fumetti e tutti i mezzi transmediali che determinano il “canone secondario”.

La grandezza di The Mandalorian però non sta semplicemente nell’essere un tassello di un puzzle più grande. Se fosse semplicemente così sarebbe facile gridare al mero “strizzamento d’occhio”. La serie, invece, trova sempre il modo di coniugare questo “debito” verso l’universo di riferimento con un’originalità e un’unicità della messa in scena che ne fa una delle più apprezzate serie televisive degli ulitmi anni. Di fatti, a prescindere dai meriti tecnici e narrativi dell’episodio, che ancora una volta si rivela di pregevole fattura, va dato merito a Filoni e Favreau di essere riusciti a raccogliere un consenso che la saga non riusciva ad ottenere dai tempi della prima trilogia di Lucas e questa non è cosa da poco.