Star Trek: Discovery 3, la recensione dell’episodio 8
Il Rifugio è il titolo italiano dell’ottavo episodio di Star Trek Discovery 3, da poco disponibile su Netflix. Ecco la recensione.
Alla regia di questo nuovo episodio torna il grande Numero Uno Jonathan Frakes, che in passato ha già siglato alcuni tra i migliori episodi di questa altalenante serie.
Michael Burnham e il resto dell’equipaggio della USS: Discovery, ancora sulla base spaziale della Federazione, ricevono un SOS dal pianeta natale di BOOK. A mandarlo è suo fratello, alle prese con il grande nemico di questa terza stagione, che inizia a delinearsi chiaramente, la famigerata Catena Smeraldo.
L’episodio, non casualmente diretto da Jonathan Frakes, presenta una struttura molto tradizionale, tipica delle grandi serie del passato di Star Trek come The Next Generation e Deep Space 9: missione esplorativa su un nuovo mondo e un paio di storie secondarie che si verificano sulla nave, peraltro molto ben connesse con la trama principale.
Questo schema funziona in maniera egregia e l’episodio risulta in generale molto godibile, tra i migliori di questa terza stagione. Non è una coincidenza che tutte le volte in cui autori e regia si mettono d’accordo per costruire una storia più agile, senza inutili piagnistei e interminabili litanie lontane dalla trama, ma che allo stesso tempo abbia la capacità di far riflettere lo spettatore su determinati temi, vengano fuori 50 minuti degni del brand Star Trek.
In particolare sono da apprezzare i tentativi di approfondire alcuni personaggi normalmente incredibilmente noiosi, su tutti Saru (Doug Jones)e il Dottor Culber (Wilson Cruz). Non è semplice, perché si tratta di biografie uscite fuori male dall’inizio, ma le scene che stasera hanno avuto come oggetto questi due personaggi sono state insolitamente interessanti e stimolanti. Per Tilly è un altro discorso: crediamo rimarrà un’inutile macchietta a vita.
Inoltre sembra via via più interessante il grante “Villain” che inizia a profilarsi in questa terza stagione, la Catena Smeraldo. Un nemico che si palesa piano piano, prima per “relata refero”, terrorizzando la Federazione con la sua fama temibile che lo precede. E’ uno schema che ricorda tantissimo uno dei migliori “cattivi” nella storia di Star Trek, il Dominio di Deep Space 9. Ed è un gran complimento.
Infine una menzione d’onore per la battaglia tra la navicella di Booker e l’incrociatore della Catena Smeraldo. Era passato un po’ troppo tempo dall’ultima volta in cui si era visto volare un siluro fotonico e siamo contenti che si sia vista un minimo di azione tra navi stellari. Però sinceramente, considerando gli incredibili effetti speciali in dotazione agli scenografi di Star Trek Discovery, si può fare molto, ma molto meglio.
Star Trek Discovery 3, la recensione dell'episodio 8 - UNIVERSAL MOVIES
Regista: Jonathan Frakes
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