Nell’ambito dei Nastri d’Argento 2021, va a Colin Firth il Nastro Europeo, un riconoscimento allo stile speciale di un attore eclettico ed elegante che continua a regalare al pubblico internazionale interpretazioni di grande intensità teatrale e successi popolari in una carriera siglata da un protagonismo di eccellenza nel cinema d’autore come nella commedia.
“Una scelta che premia l’eccellenza del suo talento come la semplicità e, insieme, la sua splendida professionalità sia quando si tratti di affrontare l’impegno dei classici, a volte più vicini al teatro che al cinema, che la leggerezza della commedia, un genere” sottolinea a nome del Direttivo Nazionale la Presidente, Laura Delli Colli “al quale Colin Firth regala immancabilmente il suo irresistibile ‘tocco’ british”.
Nato nel 1989, il premio dei Giornalisti Cinematografici Italiani è andato, negli anni, tra gli altri, a John Cleese, Krzystof Kieslowsky, Philippe Noiret, Istvan Szabò, Aki Kaurismaki, Ken Loach, Alain Resnais, Theo Angelopoulos, Alan Parker, Jerzy Stuhr, Radu Mihaileanu, Emir Kusturica, Roman Polanski. Lo scorso anno lo ha ricevuto, per la seconda volta, Pedro Almòdovar. Tra le attrici e gli attori è stato assegnato a Fanny Ardant, Claudia Cardinale, Malcolm McDowell, Vincent Lindon, Valeria Bruni Tedeschi, Laura Morante, Lambert Wilson e Juliette Binoche.
Colin Firth: una carriera da premiare
Legato al nostro Paese da un affetto speciale, Colin Firth è nato nello Hampshire, in una famiglia di accademici in cui ha respirato cultura fin da bambino. Deciso a tentare la strada della recitazione fin da adolescente si è avvicinato ai primi corsi di teatro appena quattordicenne, studiando poi al National Youth Theatre di Londra e al Drama Center, autentica palestra shakespeariana. Da Amleto a Another country affianca sullo schermo Rupert Everett ed è subito amore con il cinema: alla fine degli anni Ottanta, appena ventenne, è Il Visconte di Valmont e circa dieci anni dopo grazie a una miniserie mainstream come Orgoglio e pregiudizio, è Mr. Darcy, un personaggio così amato dal pubblico femminile che quando arriva la prima commedia della saga Il diario di Bridget Jones, esattamente vent’anni fa, gli sceneggiatori giocano proprio su quel nome e lo ‘battezzano’ Mark Darcy. Con quel film Firth inizia una carrellata di commedie evergreen anche grazie a continue repliche televisive ormai amate in tutto il mondo da diverse generazioni di spettatori. Tra Love Actually (2003) e Che pasticcio, Bridget Jones! (2004) interpreta Vermeer ne La ragazza con l’orecchino di perla, poi è il protagonista di False verità di Atom Egoyan, dove aggiunge un nuovo registro, con un tocco di malvagità, alle sue interpretazioni continuando poi ad alternare un musical come Mamma mia! (2008) a film d’autore diretti da Michael Winterbottom, Woody Allen o dallo stilista Tom Ford, protagonista del suo primo film da regista, A Single Man (2009) per il quale vince la Coppa Volpi.
Con Il discorso del Re (2010) di Tom Hooper, che racconta la lotta alla balbuzie di Re Giorgio VI d’Inghilterra, un anno dopo arrivano con l’Oscar® anche il Golden Globe, il BAFTA e lo Screen Actors Guild. Ma non è stato solo re o romantico protagonista di tante commedie delicatamente sentimentali: spia dalla doppia anima ne La talpa o truffatore in Gambit remake dell’omonimo film del 1966 con Michael Caine, al momento è impegnato sul set negli Stati Uniti.
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