Abbiamo visto Cowboy Bebop, la serie live action, disponibile su Netflix dal 19 novembre, tratta dall’omonimo anime giapponese firmato Shinichirō Watanabe, qui presente quale consulente artistico dell’intero progetto. Questa la recensione.
Cowboy Bebop è un live action co-prodotto, nella sua prima stagione formata da 10 episodi, da Netflix, Tomorrow Studios e Midnight Radio. La direzione è stata affidata a André Nemec, mentre Josh Appelbaum, Andre Nemec, Jeff Pinkner e Scott Rosenberg fungono da showrunner. Nel cast troviamo Jon Cho, Mustafa Shakir, Daniella Pineda, Elena Satine, Alex Hassell, Geoff Stults, Tamara Tunie, Mason Alexander Park, Rachel House, Ann Truong, e Hoa Xuande.
La serie viene giustamente presentata come un “Western Spaziale” e, come in molti film western, anche qui sono presenti i cacciatori di taglie, ovvero coloro che, dietro la riscossione di laute ricompense, tentano di catturare pericolosi criminali. In questo contesto i “Cowboy” Spike Spiegel, Jet Black, a cui si aggiungo la provocante truffatrice Faye Valentine, l’eccentrica e geniale hacker Radical Edwards e l’intelligentissimo cagnolino Ein, saltando da un pianeta all’altro a bordo dell’astronave Bebop, vanno alla ricerca dei peggiori criminali dell’universo.
REGIA E SCENEGGIATURA
Una trasposizione in live action di una animazione può risultare assai complessa, soprattutto nel mantenere il più possibile fedele lo spirito del nuovo spettacolo a quello da cui è tratto. Ecco quindi la giusta scelta della produzione di volere Shinichirō Watanabe, creatore dell’anime originale, consulente artistico di Cowboy Bebop. Qui infatti l’essenza originale, per quanto possibile, è stata mantenuta e certamente non stravolta, ma necessariamente adattata ad un diverso piano di visione e anche a una politica di inclusione oramai presente in quasi tutte le nuove produzioni.
I personaggi principali appaiono ben caratterizzati e sviluppati, le scene action risultano efficaci. Il ritmo è frenetico e lo spettatore viene proiettato in un universo in cui la fantascienza, il western più classico, il ciberpunk si mescolano insieme, dando per risultato una “soluzione satura” abbastanza adrenalinica, oltretutto contaminata di elementi presi in prestito da altri prodotti cinematografici e televisi non solo di genere.
ASPETTO TECNICO E CAST
La colonna sonora, ad opera della grande compositrice Yoko Kano, è assolutamente fantastica, tanto da suscitare una sensazione di “creativa” dicotonia tra le scene futuristiche e le note Jazz/Bop gradevolmente retrò, le quali proiettano lo spettatore in quell’America anni ’40 patria di questo genere musicale. Il CGI risulta di buona fattura, buone e visivamente appaganti le ambientazioni esterne. Gli attori protagonisti si muovono abbastanza bene, in particolare John Cho, il quale abbiamo avuto modo di apprezzarlo nei panni del tenente Hikaru Sulu nei film reboot di Star Trek. Ottima anche la prestazione del cagnolino di razza “Welsh Corgi Pembroke“.
CONCLUSIONE
Cowboy Bebop è una serie divertente, abbastanza scorrevole nel suo andamento, dove il ritmo dell’azione viene mantenuto sempre abbastanza alto. Crediamo comunque che i puristi dell’anime giapponese potranno non approvare totalmente questa trasposizione in live action, che probabilmente potrà essere maggiormente apprezzata da chi conosce poco, o non ha mai visto, l’animazione originale da cui è tratta.
Cowboy Bebop
Data di creazione: 2021-11-19 17:01
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