Lo scorso anno si era rimproverato Antonio Monda di non aver portato sul red carpet romano nomi che potessero richiamare un folto pubblico com’era avvenuto in edizioni passate della Festa del Cinema, quest’anno dobbiamo ricrederci perché all’interno degli Incontri Ravvicinati il direttore artistico si é dato da fare.
Tom Hanks é stato il primo attore internazionale a percorrere il tappeto rosso allestito negli spazi dell’Auditorium Parco della Musica, protagonista dell’incontro con il pubblico moderato dallo stesso direttore con cui ha avuto modo di commentare alcune scene dei suoi lavori che saranno presentati all’interno di una rassegna a lui dedicata all’interno della Festa del Cinema.
Si ritiene un uomo fortunato, perché a 60 anni con più di trent’anni di carriera continua a far un lavoro invidiabile, con ogni film vive una una nuova avventura che gli regala ogni volta un’esperienza nuova non solo dal punto di vista artistico ma anche e soprattutto umano.
Ha sempre avuto l’opportunità di interpretare ruoli dal forte valore morale che lo aiutassero ad esplorare nel profondo il proprio Io, anche se si é visto costretto a regalare dei “No” non si é mai considerato uno stupido per aver perso un’occasione dal momento che é sempre riuscita a scegliere copioni con tematiche e con personaggi con sfaccettature altamente interessanti per la propria crescita. Riflettendoci avverte un lieve dispiace per non aver interpretato ruoli da cattivo, ma ammette che questi personaggi non sono sempre ben costruiti, non presentano delle sfumature interessanti a cui poter aderire con la propria interpretazione.
Durante l’incontro si é percorso parte della sua filmografia commentando come nel 1988 “Big” di Penny Marshall lo abbia riempito di soldi e gli abbia permesso una luna di miele meravigliosa con sua moglie (Rita Wilson) che gli ha permesso di visitare per la prima volta Roma; rivedendo “Insonnia d’amore” si é ricordato come molti ammirassero il suo rapporto con Meg Ryan con cui ha recitato anche in “C’é post@ per te” entrambi realizzati da Nora Ephron, di cui ha sempre ammirato la visione realistica nel cui raccontava le sue storie evoluzione del suo lavoro di giornalista, desiderava scrivere storie che durassero per sempre come quelle teatrali, infatti utilizzava la stessa struttura per le prove dei suoi film.
Ricordando Philiph Seymour Hoffman con cui ha recitato ne “La guerra di Charlie Wilson” di Mike Nichols , una grande perdita per il cinema, un grande attore che riusciva ad entrare nelle viscere dei personaggi che interpretava, era come “posseduto” dai ruoli che interpretava. Un grande artista che non scopriva il processo per arrivare al personaggio, lui entrava nelle sue vesti in pieno.
Per quattro volte ha lavorato con l’amico e regista Steven Spielberg (Prova a prendermi, Salvate il soldato Ryan, The Terminal, Il ponte delle spie) con cui ha un rapporto fantastico, ma soprattutto Spielberg ha una sua visione cinematografica eccezionale, come visualizza la scena da mettere in piedi lascia davvero poco da fare agli attori. In “Prova a prendermi” mi sono sentito all’interno di un flusso di emozioni come se mi trovassi in una galleria di vento, mi sono lasciato travolgere dalla sua visione e non ho fatto nient’altro.
Ci sono voluti 5 anni per realizzare “Cast Away” di Robert Zemeckis che lo ha visto coinvolto nei panni di produttore ed attore, in un film che sottolinea come 5 siano le cose fondamentali per un uomo per sopravvivere: acqua, cibo, riparo, fuoco e amicizia. Zemeckis riuscì a completare il tassello mancante di quel lavoro, dando valore all’amicizia che prendeva forma dalla mano insanguinata dell’attore e ci ricama su un rapporto più profondo come quello tra un padre e un figlio; inoltre, fu sua l’idea di dividere la lavorazione del film, così da dare il tempo ad Hanks di dimagrire abbastanza per la seconda parte delle riprese.
Tom Hanks ha vinto 2 Premi Oscar per le sue interpretazioni in “Forrest Gump” e in “Philadelphia”, entrambi questi film sono importanti per l’attore, il primo gli ha potuto regalare maggior riconoscimento a livello internazionale, e il secondo ha aiutato ad affrontare con maggiore libertà il problema dell’aids. Entrambi i ruoli gli hanno permesso di fare quello che più ama, scavare nel profondo, affrontare le diverse sfaccettature di se, ed entrambi questi personaggi hanno uno spessore e un emotività che li ha resi immortali.
L’incontro si é concluso con la consegna del Premio alla Carriera per mano dell’attrice italiana Claudia Cardinale che ha riempito di complimenti l’attore americano che imbarazzato ha ringraziato e ricambiato confessando che l’attrice ha riempito i pensieri di molti suoi coetanei ed anche i suoi.
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