Paper Girls è ispirata alla graphic novel di Brian K. Vaughan ed è la nuova serie sci-fi di Prime Video. Questa è la recensione della prima stagione.
Ideata da Stephany Folsom, la serie ha per protagoniste quattro giovani attirici, ovvero Camryn Jones, Riley Lai Nelet, Sofia Rosinsky e Fina Strazza. Nel ruolo di creatore e showrunner Stephany Folsom.
All’alba del 1° novembre del 1988, quattro dodicenni si preparano ad uscire di casa per andare a consegnare i giornali. Una di loro, Erin (Riley Lai Nelet), è al suo primo giorno di lavoro. Le altre tre si conoscono ma non sono amiche. Quella che sta per iniziare non sarà una mattina come le altre per le quattro ragazze, le quali si troveranno, loro malgrado, protagoniste di un inaspettato viaggio nel futuro che le porterà a conoscere il 2019 e ad incontrare le loro corrispettive, ormai adulte. Kc (Fina Strazza), Tiff (Camryn Jones) e Mac (Sofia Rosinsky) dovranno fare i conti con il loro futuro e con quello della novellina Erin.
Considerata da molti la risposta di Prime Video a Stranger Things, la serie Paper Girls, a parte qualche piccolo tentennamento dovuto ad una CGI non proprio perfetta ed integrata, ottiene in questa prima stagione un risultato a dirla tutta soddisfacente.
La showrunner Stephany Folsom è riuscita a ricreare quel giusto alone di mistero e di suspense che si respira tra le pagine del fumetto di Vaughan, e lo ha fatto in maniera piuttosto accurata, dando così possibilità di vivere alla cittadina di Stony Stream, sobborgo immaginario di Cleveland. Ottimo anche il lavoro di regia che vede, dietro la macchina da presa, quattro differenti filmmaker provenienti da scuole differenti: il risultato finale è un mix di sapori ben amalgamati che non fanno trasparire il diverso tocco artistico.
A differenza di quanto fatto vedere con Stranger Things, giusto per fare il solito paragone, l’operazione revival anni ’80 qui è in funzione della difficoltà che vivono le protagoniste nel saltare nel tempo, trovandosi dall’avere un walkman agganciato alla cintura, all’utilizzo di smartphone connesso in rete. Questo particolare artefatto narrativo rende Paper Girls un prodotto diverso dagli altri fin qui visti. Anche in questa serie, come oramai dappertutto, sono tanti i temi sociali affrontati, si va infatti dal problema razziale a quello LGBT, ed ognuno è affrontato in punta di fioretto e con una delicatezza che, visto il taglio duro della serie, non ci si aspetterebbe.
Come tutti gli universi che basano le proprie vicende sui viaggi nel tempo c’è una particolare difficoltà a far si che vengano gestiti correttamente i paradossi temporali, facendo in modo che non vi siano buchi o contraddizioni. In qualche modo Paper Girls non è esente da critiche in tal proposito ma poi, col dipanarsi della trama, i vari accadimenti vanno tutti al loro posto. Alcuni nodi vengono già al pettine in questa prima stagione di otto episodi ma, molti, altri quesiti restano senza una risposta. Fortunatamente, Prime Video ha già annunciato che ci sarà una seconda stagione.
Buona la fotografia, anche se fa storcere il naso quando si cerca l’amalgama forzata con l’utilizzo di un CGI alquanto discutibile. L’ottima colonna sonora è affidata a The Haxan Cloak, al secolo Bobby Krlic: il compositore e collaboratore di Björk è noto per i lavori fatti con Midsommar e Snowpiercer ed anche qui mette la firma nel suo stile.
Sul piano recitativo, è buona la prova recitativa delle giovani protagoniste: a parte Sofia Rosinsky, che aveva già esperienze importanti, le altre attrici sono poco più che debuttanti, ma ciononostante hanno dimostrato di avere le carte in regola per fare bene anche in futuro.
A nostro modesto avviso, Paper Girls è un prodotto che va visto e che scorre via con un buon ritmo. E’ adatto dai 16 anni in su, come riportato sul sito Prime Video, ma va bene anche per i più agées a cui piace la fantascienza e, in particolare, i viaggi nel tempo.
Paper Girls
Regista: Stephany Folsom (showrunner)
Data di creazione: 2022-08-02 00:59
3.5
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