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[RomaFF11] La recensione di 7 minuti, il film di Michele Placido

Oggi alla Festa del Cinema di Roma é stata la volta di uno dei film più attesi di questo autunno “7 minuti” di Michele Placido, riadattamento cinematografico della pièce teatrale firmata da Stefano Massini (con la regia di Alessandro Gassman).
7 minutiIspirato da fatti realmente accaduti in una fabbrica tessile di Yssingeaux, in Francia, quando nel 2012 la fabbrica venne venduta ad un altro partner europeo e le operaie dovettero decidere di mantenere il proprio posto di lavoro alle condizioni del nuovo acquirente.

Una storia sempre più attuale, in cui il tempo la fa da padrone, e la paura é la forza motrice che condiziona la decisione delle donne scelte come rappresentanti delle 300 operaie della fabbrica.

Placido e Massini scelgono di spostare la narrazione in Italia, nel Lazio, dove la fabbrica tessile viene acquisita da un partner francese che sceglie di mantenere il posto alle operaie ma chiedendole di rinunciare a “soli” 7 minuti della loro pausa (composta di miseri 15 minuti).

Bianca (Ottavia Piccolo) é la portavoce della forza motrice femminile che lavora in quella fabbrica, ascolta in silenzio il cambiamento che le sta per travolgere, e riporta quanto si è detto nella riunione di consiglio alle altre 10 rappresentanti che l’attendono per ore ipotizzando il peggio per il loro futuro.

C’è chi viene da un altro Paese e ha trovato una casa in quella fabbrica, chi ha rischiato la propria vita per la mancata manutenzione dei macchinari, chi è riuscita a trovare il suo primo impiego dopo il diploma e sogna di stabilizzarsi con il proprio compagno. Sono donne che portano lo stipendio a casa, che si preoccupano che non manchi mai il cibo a tavola, sono preoccupate che questo svanisca con la loro decisione.
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Eppure non le chiedono molto, solamente di rinunciare a 7 minuti di pausa, sembrerebbe una sciocchezza ma ragionando con calma si rendono conto che quei minuti sommati al mese confluiscono in 900 ore in più di lavoro non pagato. Hanno in mano non solo il loro futuro, ma anche quello delle altre 300 operaie che attendono fuori dai cancelli della fabbrica di riuscire a tirare un tiro di sollievo, di ottenere la certezza che nulla cambi con l’ingresso del partner straniero. “7 minuti” vede in scena 11 donne ognuna con un proprio bagaglio personale, con diversità culturali, con responsabilità immense, donne forti che sentono di camminare su un filo sottilissimo.

C’è chi non ha il tempo di discutere ulteriormente sulla decisione presa, e chi invece ci rimugina su modificando il proprio voto, chi ascolta attentamente chi ha più esperienza di lei e cerca di capire come affrontare al meglio quel cambiamento.

Un film sicuramente difficile da realizzare, che mette in luce il tema spigoloso del lavoro e di tutte le difficoltà che vivono attualmente i lavoratori delle industrie italiane. Un lavoro diventato come una trincea in cui le operaie dovrebbero combattere la stessa battaglia ma in realtà si ammazzano tra di loro.

Per Placido non é stato semplicissimo lavorare con 11 attrici, ognune con il proprio carattere e forte carisma, ma attraverso ogni personaggio riesce ad ottenere un punto di vista diverso e totalmente condivisibile, rendendo più facile l’immedesimazione dello spettatore.

 

Il nostro parere: 7-

Placido ha in mano una storia forte e riesce a raccontarla con moderazione, anche se in alcune scene sembra forzare la mano della recitazione, spingendo troppo sull’emotività falsificando a momenti l’interpretazione. Complessivamente il film é ben realizzato, trascinato dalla forza della narrazione, e regala molti punti di riflessione allo spettatore.

 

“7 minuti” di Michele Placido uscirà nelle sale italiane il 3 novembre, distribuito da Koch Media.


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