E’ disponibile su Prime Video il quarto episodio della terza stagione di Star Trek: Picard, intitolato Nessuno scenario vincente. Così come per il capitolo della scorsa settimana, al timone della regia troviamo sempre il grande Number One Jonathan Frakes.
Il precedente episodio di Star Trek: Picard, ci aveva molto colpito (il nostro commento qui). Un’ora di emozioni, amarcord e scrittura di qualità con un finale in suspense che lasciava ben sperare per il futuro della stagione e invogliava gli appassionati di vecchia data, per ingannare l’attesa snervante, ad andare a vedere i vecchi episodi di Star Trek: The Next Generation e persino Star Trek: Deep Space Nine, ai quali questa serie fa continue allusioni e ammiccamenti.
E se in questa nuova epoca Star Trek degli anni venti è spesso accaduto che, dopo un episodio promettente, ne arrivasse subito uno che faceva tornare nel baratro della depressione trekkiana i vecchi fan, fortunatamente questo non è affatto il caso. Al contrario, No win scenario (titolo originale del nuovo episodio di Star Trek: Picard) è forse la cosa più bella che si sia vista dai tempi Picard, Riker e Sisko, oramai quasi trent’anni fa. Una gioia, un godimento assoluto, capace di regalare continue emozioni al pubblico di vecchia date e, forse, anche ai neofiti.
L’episodio alterna in maniera magistrale dei dialoghi di rara profondità ad un’azione episodica, non troppo frenetica ma che entra perfettamente nel contesto della trama, come nella migliore tradizione Star Trek. Tutto, finalmente, si svolge sulla nave, la USS Titan, finita in un vortice gravitazione a seguito dell’inseguimento da parte della misteriosa astronave comandata da dei membri dissidenti del Dominio. Per una volta non ci sono sottotrame, sotto personaggi e momenti lontani anni luce da quello che gli appassionati di questo franchise vogliono vedere.
I richiami al passato sono numerosissimi e continui, ma mai fastidiosi e sempre inseriti in maniera naturale in una trama scritta veramente bene. L’attenzione ai dettagli della scenografia, al rispetto della tradizione, è maniacale. Ne è un esempio perfetto il dialogo tra Picard (Patrick Strewart) e Riker (Jonathan Frakes) a seguito del loro litigio nel precedente episodio. A rendere veramente meraviglioso questo scambio di battute non concorre solo la maestria degli attori o la qualità elevata delle battute per loro scritte, con quel meraviglioso riferimento all’aldilà e alla vita dopo la morte, ma anche e forse soprattutto il luogo dove il dialogo stesso si svolge: quella sorta di oblò panoramici con vista sulla nebulosa in una specie di bar di prora dell’Enterprise rivisitato.
Lì, in molti momenti importanti di Star Trek: The Next Generation, si sono svolte tante epiche conversazioni tra Picard e Guinan (Whoopi Goldberg), tra lo stesso Riker e Picard. E’ un tocco di classe non secondario da parte di scrittori e sceneggiatori, che aiuta a ricreare quell’atmosfera meravigliosa propria di episodi quali L’Attacco dei Borg (The best of both worlds) di cui la puntata di questa settimana di Star Trek: Picard è strapiena di riferimenti. Incluso quello che aiuta gli spettatori a capire la backstory di uno dei protagonisti di questa stagione, il capitano Liam Shaw (Todd Stashwick), molto convincente nell’episodio di oggi.
Convincente è anche la maturazione della storia relativa a Picard e suo figlio Jack Crusher, che in questo episodio tocca delle vette importanti. I dialoghi tra i due sono piuttosto lunghi, ma mai noiosi e lamentosi in stile Michael Burnham (Sonequa Martin-Green) di Star Trek: Discovery. Il giovane attore britannico Ed Speelers si cala bennissimo nel ruolo di ribelle figlio di questo personaggio leggendario e, con le sue azioni, riesce ad esaltare molto meglio che in passato la trama relativa alla vita di Picard e alla resa dei conti con il suo passato.
Ma nonostante una parte dialogata piuttosto lunga, l’episodio riesce ad intersecare perfettamente la parola all’azione più frenetica, impersonificata forse dall’unico personaggio che si era salvato già delle due, deludentissime, stagioni precedenti di Star Trek: Picard e cioè Sette di Nove (Jery Ryan), che nella puntata di questa settimana ricopre in maniera fantastica il ruolo di ufficiale che deve sventare i piani del sabotatore cambiante mandato dal Dominio.
La ciliegina sulla torta è rappresentata da un po’ di sana azione sul ponte di comando che, lo diciamo con la gioia del cuore, così bello e scintillante non si vedeva da anni e anni. Per troppo tempo tempo sceneggiatori improvvisati e ignari del passato del franchise hanno pensato di poter trascurare, se non eliminare del tutto, quello che è sempre stato un uno dei punti di forza di Star Trek dal 1966 ad oggi, la rappresentazione delle dinamiche sul ponte di comando di una nave stellare.
Gli scambi di battute tra i membri dell’equipaggio sul ponte, personificate non solo da Riker e Picard ma da una serie di sottoposti che, anche in questo caso dopo anni e anni, riescono a convincere il pubblico, avvolgono lo spettatore in un desiderio bruciante di continuare a vedere l’episodio ma, allo stesso tempo, di temere con terrore l’imminente fine dello stesso. Ma, niente paura, il prossimo episodio di Star Trek: Picard 3 dobbiamo attendere solo fino a venerdì prossimo e francamente, viste le premesse di questi due episodi appena trascorsi e delle tante possibilità aperte dalla trama, non vediamo l’ora.
Le prime tre stagioni intere di Star Trek: Picard, ed i primi quattro episodi della quarta sono disponibili su Prime Video.
Star Trek: Picard 3 - Episodio 4
Regista: Jonathan Frakes
Data di creazione: 2023-03-12 14:19
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Posso dire che concordo su tutta questa recensione. La terza stagione di Star Trek Picard è un capolavoro magistralmente diretto da Frakes con una tecnica narrativa praticamente perfetta. Surclassa di gran lunga dal punto di vista tecnico anche i migliori episodi delle due stagioni precedenti le quali avevano letteralmente stracciato Discovery che a parte la prima stagione e parte della seconda è narrativamente una catastrofe. Tanti i riferimenti importanti e Frakes attinge a piene mani al baule dei ricordi e delle citazioni come quando (è sfuggito a molti) Worf mentre si esercita con la Bath’Leth sulla Sirene ascolta un brano di Hector Berlioz che e lo stesso che Picard ascolta all inizio di Primo Contatto quando si sveglia dai suoi incubi sui Borg. Per inciso è un piccolo estratto dall’ oratorio del grande compositore francese intitolato L’Infanzia di Cristo. In ogni modo tra questa terza stagione di Picard e la prima di SNW non so quale sia migliore. Il franchise è giunto ad una maturazione notevole e credo che molto di questo merito sia delle regie di Jonathan Frakes. Terrei d’occhio questo aspetto e sappiatemi dire se ho ragione.