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Quel Bravo Ragazzo – La nostra Intervista al regista Enrico Lando

In occasione del lancio nelle sale italiane della nuova commedia made in Italy intitolata Quel Bravo Ragazzo, abbiamo avuto modo di intervistare Enrico Lando, il regista del film.

Il film è uscito nelle sale il 17 di questo mese, nel cast troviamo Luigi Luciano (in arte Herbert Ballerina), Tony Sperandeo, Enrico Lo Verso, Ninni Bruschetta, Daniela Virgilio, Mario Pupella. Quel Bravo ragazzo è la storia di Leone, un goffo chierichetto cresciuto in un orfanotrofio di un paesino del sud Italia, ingenuo ed unnocuo figlio mai riconosciuto di un potentissimo boss mafioso che  sta per morire. Purtroppo Leone sarà destinato a prendere le redini di una spietatissima cosca mafiosa.

Questa è la nostra recensione realizzata in anteprima di Quel Bravo Ragazzo.

Ci tengo a dire di aver avuto l’immediata impressione di trovarmi di fronte ad un serio quanto trasparente professionista, sincero, diretto, disponibile e schietto e di essermi subito sentito a mio agio nel porgli diverse domande riguardanti la sua professione ed il film in questione.

Alla mia domanda sul fatto che nelle  sue opere vengano usati sarcasmo, ironia ed una buona dose di sano cinismo e se questo per Lui possa essere un modo per sdrammatizzare le angoscie e le paure che il nostro vivere quotidiano ci comporta ha risposto:

“Si…. Forse si, Io sono cresciuto professionalmente a Londra ed ho sempre avuto grande passione per l’ironia inglese, mi ispiro molto alla comicità di grandi comici britannici tra i quali Peter Sellers e Monty Pyton (un gruppo comico e costituito da Graham Chapman, John Cleese, Terry Gilliam, Eric Idle, Terry Jones e Michael Palin), ho sempre assunto quell’ironia politicamente scorretta e tornando dall’Inghilterra ho realizzato per MTV  “I Soliti Idioti”. Questo senso di cinismo e di ironia mi appartiene, forse anche perché io sono veneto e noi veneti si sà siamo un po’ più cinici e credo che questa sia una mia caratteristica. Raccontare la vita reale con un approccio un po’ diverso è molto  più divertente. Purtroppo  la realtà è oramai stata eccessivamente spettacolarizzata dai media e dal web, cosa che ha forse reso il pubblico un po’ meno sensibile e reattivo e, pertanto,  raccontare cose serie in un contesto  ironico e  con un po’ di cinismo può essere comunque più efficace ed utile a spingere la gente ad una maggiore reattività e a riflettere maggiormente, vedendo le cose da una  prospettiva più critica.”

Inoltre ho chiesto ad Enrico Lando, riferendomi al suo documentario “La Storia Dell’Orso“, il perché associare le disavventure di  un uomo travestito da animale che vive ai margini della nostra società alla storia, appunto, dell’Orso Genè, chiamato semplicemente anche “M4”. Questa la sua risposta:

“Il documentario è partito da un fatto di cronaca, l’Orso Genè per istinto aveva ucciso parecchi capi di bestiame. La cosa, come è facile immaginare, aveva suscitato reazioni sia da parte degli animalisti, in difesa dell’orso, sia da parte degli allevatori e contadini che avevano subito grossi danni. Pertanto l’Associazione Culturale Conteiner  ha deciso di processare simbolicamente questo  animale, chiedendomi di filmare il  processo per realizzarne un documentario. Certamente le semplici immagini del processo, così come si è svolto, non potevano essere troppo interessanti per il pubblico quindi, al fine di rendere il lungometraggio più appetibile, ho incominciato a pensare ad una storia che, pur raccontando l’evento,  potesse essere anche divertente e surreale. Ecco quindi le disavvenure di un uomo, vestito da orso, che invade il territorio animale. E’ una storia di sopravvivenza, l’uomo che si comporta con un animale, facendo razzie sapendo che tanto saranno gli animali ad essere incolpati delle sue malefatte.”

Parlando poi delle sue precedenti esperienze sia televisive che cinematografiche, relativamente alla serie realizzata per MTV intitolata I Soliti Idioti, da cui poi sono scaturite le due pellicole “I Soliti Idioti” ed il suo sequel “I 2 Soliti Idioti“, con Francesco Mandelli e Fabrizio Biggio, gli ho chiesto se sia in cantiere od ipotizzabile una terza pellicola in compagnia di questi due attori comici:

“Sono rimasto in buoni rapporti con entrambi, ma non so se Biggio e Mandelli possano tornare insieme e se possa essere io a dirigerli sinceramente penso proprio che sia molto difficile. Oltretutto ritengo necessario pensare a qualche cosa di nuovo, di diverso, anche perchè dopo tre stagioni televisi e due pellicole non è facile non ripetersi con Ruggero e Gianluca, i personaggi a cui il pubblico si è più affezionato.”

Chiaramente non potevo non fargli delle domande inerenti il film che dal 17 novembre viene proiettato in molte sale italiane ed ecco quindi la mia domanda, forse scontata, sulla mafia e se il suo ridicolizzare e smitizzare la figura del padrino possa essere utile almeno ad indebolire gli ingranaggi di questa complessa e spietata associazione criminale:

“Diciamo che il film è la storia di  un ragazzo ingenuo e candido, inserito in un contesto molto violento quale quello tradizionalmente mafioso. In realtà abbiamo usato il cliche tipico di come gli americani nei Loro film rappersentano la mafia, ma la realtà è diversa, la mafia siciliana è purtroppo altro, molto più strisciante, subdola e pericolosa. Non abbiamo voluto fare un film sulla Mafia, abbiamo solo voluto realizzare una commedia che speriamo possa essere divertente e spassosa, inserendo, come ho già detto prima, questo ingenuo ragazzo, imbranato e candido, in un contesto ben diverso da quella che è la sua natura. Certamente però ridicolizzare l’ambiente mafioso può essere utile a creare degli spunti di riflessione. Inoltre un’altro dei nostri intenti  è quello di muovere delle critiche ai Social Network oramai esageratamente presenti nelle nostre vite, pensa che nel film abbiamo ipotizzato l’uso di una applicazione per poter pagare il “pizzo” online.”

Certamente non potevo non chiedere al nostro regista come è stato lavorare con Herbert Ballerina per la prima volta nei panni di un personaggio principale:

“Lavorare con Herbert Ballerina è stato veramente piacevole, ha un viso che buca lo schermo, una vena poetica ed un candore innati. Una persona estremente intelligente con cui è difficile discutere ma con cui facile raggionare e raggiungere compromessi e soluzioni. Sto per fare forse dei grossi nomi….. Ma dopo averlo incontrato e conosciuto ho avuto l’impressione di trovarmi di fronte ad un personaggio di Tim Burton…. Ho pensato ad Edward Mani Di Forbici. Ho avuto anche l’impressione di trovarmi di fronte ad una maschera, quella di Buster keaton. Spero di lavorare nuovamente con lui.”

Salutando Enrico Lando gli ho chiesto quali siano i suoi progetti futuri:

“Io sto lavorando su un nuovo film che dovrebbe essere girato il prossimo anno, una commedia surreale, ma è ancora troppo presto per parlarne….. Spero possa andare in porto, inoltre non ho abandonato l’idea di poter ritornare a lavorare per la televsione, realizzando delle sketch comedy , non necessariamente dissacranti, violente e scorrette, sullo stile “Little Britain” (una serie comica britannica), ma purtroppo pare che in italia questo non sia possibile, nonostante il successo de “I Soliti Idioti” e Maccio Capotonda”…….. La televisione in questi anni è mutata e sicuramente  è più economico produrre situazioni comiche sul Web, per poi passare in un contesto televisivo.”


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