Safe Neighborhood recensione

[TFF34] La recensione di Safe neighborhood, il film diretto da Chris Peckover

Al Torino Film Festival di quest’anno abbiamo potuto vedere in anteprima il nuovo film di Chris Peckover, intitolato Safe neighborhood, un horror inconsueto e interessante.

Deandra e Robert Lerner vivono in un quartiere residenziale con il figlio tredicenne Luke. Durante le festività natalizie decidono di passare una serata fuori con gli amici e affidano il ragazzo ad Ashley, la giovane babysitter che da anni lo segue e che è in procinto di lasciare la città. Luke, deciso a cogliere la palla al balzo, è pronto come non mai a dichiarare il suo amore, che tiene nascosto ormai da tempo, alla bella Ashley. La nottata, però, prenderà una piega imprevista quando qualcuno, armato e risoluto, farà di tutto per irrompere nella casa dei Lerner.

Corredato da una inconsueta cornice natalizia che dà al film un sapore surreale, collegandosi virtualmente al ben più famoso Mamma, ho perso l’aereo, con cui condivide stile ed alcune premesse, il film di Peckover è ottimo e molto originale sotto diversi punti di vista.

Il suo punto di forza è una sceneggiatura ad orologeria, firmata da Zack Khan,  che sorprende con delle trovate eccezionali. Il punto di vista e il concetto di base vengono rivoltati più volte e, quello che sembrava assodato, viene stravolto. Un lavoro di scrittura intrigante che seduce lo spettatore, veramente ben fatto.

Ottima la regia che, finalmente, non galleggia nel sangue e non persegue la moda della violenza a tutti i costi: il film colpisce proprio per l’orrore che suggerisce, psicologico, mostrando pochissimo sangue e, ancor meno, scene di violenza gratuita.

Bravissimi gli interpreti, su tutti la babysitter Olivia DeJonge, già vista in The visit, che alterna momenti di forza e vigore con alcuni passaggi in cui è spaventata o provata. Molto bravo il giovane e inquietante Levi Miller, che abbiamo potuto vedere anche in Pan – Viaggio all’isola che non c’è.

Il mio unico disappunto è legato all’aspetto morale dell’opera: in un momento storico in cui i fatti raccontati da questo lavoro sono all’ordine del giorno, in cui la violenza dei ragazzini e quella sulle donne è alle stelle, probabilmente non è il film giusto al momento giusto. Sicuramente non è un film che farei vedere ai giovani brufolosi e decerebrati di questi tempi anche se i giovani brufolosi e decerebrati, letta questa recensione, correranno a vedere il film.

In ogni caso, un bel lavoro che rilancia una versione esangue del genere horror, ricca di spaventi e di orrori psicologici e un grande regista che speriamo di vedere presto con un nuovo film.

Voto: 7


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