Stasera si inaugurerà la decima edizione del Roma Fiction Fest con la proiezione in anteprima della fiction “In arte Nino” realizzata da Luca Manfredi con la partecipazione di Elio Germano nei panni dell’attore Nino Manfredi e racconterà il periodo più duro e significativo dell’attore -dal 1943 al 1958- con le musiche di Nicola Piovani.
Come vi avevamo già annunciato la rassegna oltre a presentare diverse anteprime del panorama televisivo italiano ha una sezione dedicata al concorso internazionale in cui una giuria internazionale di esperti del settore avrà il compito di valutare i prodotti seriali in concorso. Questo pomeriggio abbiamo conosciuto la giuria che ricordiamo é presieduta dall’attore Richard Dreyfuss e composta da Annabel Scholey (attrice),Umberto Contarello (sceneggiatore), Lorenzo Richelmy (attore) e Paola Turci (cantante).
Come hanno fatto notare i giurati questi sono gli anni d’oro della serialità televisiva, gli stessi giurati sono protagonisti di questo mondo e Lorenzo Richelmy ha ribadito che pur essendo contento di cavalcare quest’onda di successo bisogna sempre ricordare che c’è una grande differenza tra i formati cinematografici e quelli seriali. Annabel Scholey, attrice meglio conosciuta nel panorama italiano per i panni di Contessina nella fiction Rai “I Medici“ ha fatto notare che sempre più spesso le arrivano sceneggiature di serie televisive scritte molto meglio rispetto a quelle per il cinema. E anche per lei ormai la televisione e il formato seriale le é molto più accessibile, regalandole la possibilità di visionarlo comodamente sul divano di casa.
“Questo festival ci da’ la fortuna di incontrare non solo un attore ma una stagione del cinema americano con cui sono cresciuto come spettatore e narratore sognante.” Così Umberto Contarello, sceneggiatore di successi come “Marrakech Express“, “La grande bellezza”, “The Young Pope“, ha dimostrato la sua emozione di trovarsi al cospetto del Presidente della giuria Richard Dreyfuss (attore in American Graffiti, Lo squalo, Incontri ravvicinati del terzo tipo, Stand by me). Seppur sceneggiatore prettamente di storie per il grande schermo ha lavorato anche alla stesura di narrazione per la televisione e ha fatto notare come il desiderio di grandi autori sia esploso attraverso le grandi serie tv, come se la loro pulsione artistica si sia potuta esprimere meglio attraverso la maggior durata e completarsi nella qualità seriale.
E proprio di qualità ha parlato Richard Deyfuss:
“La qualità nel cinema é vertiginosamente calata mentre quella delle serie tv é salita, e la qualità é un requisito fondamentale per il successo di una storia anche perché la tv ha dato la possibilità di sviluppare più tematiche finora soppresse in campo cinematografico.”
Inoltre, ha descritto come il mezzo televisivo abbia conquistato un ruolo importante nella vita delle persone, surclassando persino il cinema:
“Anche se la televisione non era destinata ad esserlo, é diventata una forma d’arte che collega le persone, quello che doveva essere l’obiettivo del cinema. In televisione ho la necessità di vedere qualcosa che non mi faccia paura, che mi faccia sentire grande ed orgoglioso, possiamo proiettarci verso il futuro ma allo stesso tempo rivivere l’impero romano, mentre il cinema inciampa in una ripetizione di se stesso. La televisione riesce ad arrivare al cuore delle persone così come fa il cinema.”
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