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[Recensione] Spectral, lo sci-fi co-prodotto da Netflix, diretto da Nic Mathieu

La nostra recensione odierna riguarda Spectral, lo sci-fi co-prodotto da Netflix con Legendary Pictures, diretto da Nic Mathieu ed interpretato da Bruce Greenwood, James Badge Dale, Max Martini ed Emily Mortimer.

Partiamo dal fatto che Spectral è figlio di una sorta di retrocessione produttiva, in quanto è stato inizialmente indirizzato verso una distribuzione cinematografica a cura di Universal Pictures, prima ovviamente di passare definitivamente sul catalogo di Netflix. Sarà proprio questo il tema centrale della nostra analisi critica.

A metà tra una sorta di Ghostbusters dark ed il più classico dei war movies, la trama di Spectral ripercorre le sorti di un gruppo di militari di istanza in Moldavia durante una guerra civile che ha devastato la nazione. Questi si ritroveranno a battersi contro una forza inarrestabile che di certo esula dai canoni della moderna tecnologia, si tratta infatti di entità prive di corpo, fantasmi!

Detto questo, c’è da ammettere che, ad un primo sguardo, Spectral sembra avere una marcia in più rispetto alla media qualitativa dei progetti prodotti e distribuiti da Netflix, stiamo infatti parlando di un prodotto che intrattiene, appassiona (nei limiti), e presenta nel suo cast alcuni volti noti del panorama hollywoodiano che di certo apportano un discreto tasso di recitazione di qualità.

La regia di Nic Mathieu, qui al suo esordio assoluto, sembra lineare, ma priva di spessore, il che rende questo titolo forse un’occasione mancata. Il ritmo battuto dal regista ricorda sotto certi aspetti alcuni dei migliori videogames del panorama mondiale, soprattutto tenendo presente la qualità di fotografia ed effetti visivi, quasi più in linea con un capitolo della saga Call of Duty che ad un prodotto cinematografico.

La sceneggiatura passata nelle mani illustri di personaggi come George Nolfi e John Gatins tiene botta perchè priva di sbavature, mantenendo, nonostante alcune enormi simmetrie narrative col cinema di genere, una certa originalità, un presupposto fondamentale per riuscire al giorno d’oggi nell’obiettivo di attrarre il pubblico, oramai stufo di remake, reboot, prequel e sequel vari.

Il cast non è di primissimo rilievo, ma forse è proprio questo il motivo principale per cui Spectral sembra aver perso appeal, passando così da una distribuzione cinematografica ad una meno economicamente conveniente come Netflix. Avere un Brad Pitt o un Chris Pratt tra i protagonisti è una cosa, avere invece un James Badge Dale, seppur non dispiaccia nel complesso, ne è un’altra.

Se Dale è l’unico a lasciare una vera e propria impronta nel film di Mathieu, i vari Max Martini, Bruce Greenwood ed Emily Mortimer sembrano messi lì giusto per riempire buchi, ovviamente non parliamo della loro bravura come attori, ma del ruolo oltremodo secondario che hanno in un titolo che avrebbe meritato, anche da questo aspetto, più rispetto.

In conclusione Spectral è un titolo riuscito per metà, le sue potenzialità sono indiscusse, ma la mancanza di nomi di spessore, in regia e nel cast, ne pregiudicano clamorosamente il risultato finale.

Il Nostro Verdetto 6.5


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