born to lose critica

[Seeyousound 2017] La recensione di Born to lose – a film about Lorenzo Woodrose

Nell’edizione numero 3 del Seeyousound Festival, abbiamo potuto  vedere il documentario dedicato a Lorenzo Woodrose e diretto da Palle Demant.

Lorenzo Woodrose è l’ultimo antieroe dell’odierna scena musicale psych-rock danese, famoso per la sua band Baby Woodrose, o per gli Spids Nogenhat, vera e propria leggenda vivente, con tutti gli “up and down” del rock’n’roll lifestyle. Dall’essere nessuno nelle periferie, un giorno scopre, sotto l’effetto dell’ossido di azoto del dentista, di poter suonare a orecchio, e vince con la sua band i Danish Music Awards.

Lorenzo vola, anzi viaggia, con la birra, il fumo e i funghetti magici, o seguendo semplicemente il flusso della sua musica, e vuole tornare sul palcoscenico, ma la vita a volte è strana… Opera prima timbrata Kirstine Barfod che con la Killit Films ha prodotto Kidd life, premiato come Best Film alla prima edizione di Seeyousound.

Girato in un periodo di 5 anni, in cui il regista è stato a stretto contatto con Lorenzo, il film non si discosta molto dal classico documentario. Si vede il bello, i successo, i live, i premi e il brutto, la vita monotona e triste, lo sfacelo dato dai funghi allucinogeni e dai litri di birra.

Ma cos’è che rende gradevole Born to lose? Rispetto, per esempio, al documentario su Adrian Borland, visto sempre qui al Festival, il valore aggiunto è dato proprio da Lorenzo stesso: un personaggio eccezionale, carismatico, gradevole e ricco di una carica pazzesca.

A questo si associa il fatto che Woodrose ha anche un talento vero e condivisibile, che trascende il gusto personale. Il film lo fa vedere sfatto, biascicante, grasso, ubriaco, ma quando si mette a suonare o su un palco, è veramente unico.

Voto: 6

Ecco il trailer del documentario:


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