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[La Bottega del Cineasta] The Great Wall, King Kong e Godzilla

Per la rubrica La Bottega del Cineasta, oggi vi parleremo di tre film che hanno in comune l’eterna lotta tra l’essere umano e il mostro nelle sue infinite declinazioni e sfumature; dal racconto epico di The Great Wall, passando per il remake di Peter Jackson di King Kong fino al Godzilla di Gareth Edwards.

The Great Wall, diretto da Zhang Yimou (potete leggere qui la nostra recensione in anteprima), prende spunto da una delle tante leggende legate al mito della Grande Muraglia. Due mercenari europei in Cina per procurarsi la polvere nera, vengono assaliti da una misteriosa creatura. Dopo essere stati catturati dall’esercito cinese, finiscono per combattere con esso contro i temibili Taotie, creature giunte sulla Terra e che ogni 60 anni minacciano l’umanità. La Grande Muraglia come barriera difensiva per proteggere l’intera umanità dai mostri: “questa è una delle leggende” dice una didascalia all’inizio del film, e ci può stare. Ma il film è privo dell’epicità necessaria per appassionare gli spettatori (soprattutto quelli occidentali) e il tutto si riduce a un ennesimo monster movie con schemi narrativi risaputi e ovvi. Effetti speciali strabilianti, ma non bastano. Voto 5

King Kong, diretto da Peter Jackson, è il secondo remake dopo quello del 1976 del celeberrimo film datato 1933 in cui si racconta di una troupe cinematografica che si reca sulla misteriosa Isola del Teschio. Qui, la troupe fa una scoperta incredibile: un enorme gorilla di 8 metri che rapisce l’attrice Ann Darrow. La storia è nota, ma Jackson conferisce al film un’aura da cinema classico con uno stile e un gusto tipicamente postmoderni e, rendendo il gorilla più vero e in un certo senso umano, riesce a rendere la storia ancora più tragica e commovente. Voto 8

Godzilla, diretto da Gareth Edwards, riprende invece la storia di un altro celebre mostro del cinema, ovvero Godzilla. La storia, però, non corrisponde esattamente a quella del cinema classico giapponese, né tantomeno a quella elaborata da Roland Emmerich nel suo pessimo adattamento. A Edwards interessa prima di tutto indagare i rapporti che si creano tra le persone coinvolte (sia nel passato che nel presente) in condizioni di pericolo, aumentando la componente umanistica ma non a discapito di una fantascienza adulta e, per certi veri, cupa. Voto 8.5


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