Il grande Albert Einstein, nella teoria della relatività ristretta, ipotizzò l’esistenza di 4 dimensioni, suddividendo, in questo modo, il nostro Universo in tempo, lunghezza, larghezza e profondità.
Non voglio dilungarmi troppo nella fisica, anche per non risultare noioso, ma questa piccola disquisizione è necessaria per introdurre il concetto della dilatazione del tempo e la possibilità, purtroppo ancora solo teorica, di poter viaggiare tra passato, presente e futuro.
Nella filmografia relativa al genere fantascientifico questo tema è stato sviscerato approfonditamente in ogni sua angolazione e tante sono le pellicole incentrate proprio sulla possibilità di poter saltare da un epoca ad un’altra, in maniera più o meno articolata.
E questo è anche il tema di un breve racconto scritto da Robert A. Heinlein nel 1959: “Tutti i Miei Fantasmi”, da cui è stato tratto Predestination, un film del 2014, scritto e diretto dai fratelli Michael e Peter Spierig.
Predestination mi ha colpito in maniera particolare.
Una trama estremamente articolata, in cui le diverse linee temporali, create dai molteplici salti spazio temporali di Ethan Hawke, che interpreta un crono viaggiatore, una sorta di poliziotto del tempo, si intersecano ed interagiscono tra loro, creando dei paradossi difficilmente digeribili ed al limite della comprensione umana.
La pellicola è stata girata in soli 32 giorni con un budget estremamente limitato, gli effetti speciali sono pressoché assenti, pensate solamente che la “Macchina del Tempo” è rappresentata semplicemente da un astuccio di violino, ma le ambientazioni, attraverso i diversi periodi temporali, sono curate magistralmente ed i personaggi sono profondamente analizzati sotto il punto di vista psicologico.
I fratelli Spierig, con rara maestria ed attraverso uno script di rara efficacia, riescono ad adattare un raccolto assai macchinoso alla trasposizione cinematografica, prendendoci per mano per accompagnarci nei numerosi “salti” che i protagonisti del film devono affrontare, così da poter capire le complesse ed intricate anomalie ed interazioni tra il presente, il passato ed il futuro.
E’ dai tempi di The Jacket, un film del 2005, interpretato da Adrian Brody e diretto da John Maybury che non vedevo una pellicola incentrata sui viaggi del tempo così introspettiva, così psicologicamente marcata, ben raccontata e con interpreti di grande livello.
Ethan Hawke è immenso e grandissima è Sarah Snook, sia che interpreti l’indifesa “Jane” che il suo più disilluso alterego maschile “John”.
Un consiglio che mi sento di darvi, se non avete già visto Predestination, è quello di non leggere “Tutti i Miei Fantasmi”, questo per poter assaporare con più gusto un finale assolutamente inaspettato.
Un grandissimo film che oserei definire già come “cult”.
Vi lascio con una citazione che è anche la chiave di tutto: “E’ nato prima l’uovo o la gallina?”.
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