Nato per far conoscere – primo in Italia – le nuove tecnologie applicate al cinema, il Future Film Festival si è aperto negli anni ai più diversi aspetti dell’intrattenimento digitale. Un’evoluzione naturale, per un appuntamento che intende non soltanto essere al passo con i tempi, ma precorrerli: come dimostreranno due eventi speciali in programma durante la 18. edizione che si terrà a Bologna dal 3 all’8 maggio.
WEBSERIES MODE ON. DIGITAL SERIES è un focus, curato da Simone Arcagni ed Emerging Series per il FFF, che esplora uno dei fenomeni più importanti di questi anni, quello – appunto – delle webserie. Nel mare magnum di una produzione quasi “sconfinata” (e in uno scenario in cui, grazie anche a realtà come Netflix, diventa sempre più difficile distringuere tra webserie, serie tv e serialità di altro tipo), il festival non poteva che scegliere quelle proposte che sfruttano al meglio le potenzialità della rete e delle nuove tecnologie: da una parte sperimentandone l’uso, dall’altra ponendo gli immaginari tecnologici al centro delle loro narrazioni. Accanto a una panoramica sulle migliori web-series di fantascienza, si vedrà quindi una selezione di digital series che più di altre o in maniera più efficace o curiosa hanno pensato il loro rapporto con le nuove tecnologie. Fino ad esperienze al limite, senza schermo, come The Bomb, digital serie prodotta da Brandon Box e pensata appositamente per la Realtà Virtuale che attraverso un apposito headset permette agli spettatori di immergersi a 360° all’interno dell’universo narrativo.
Lo YOUTUBER DAY – in programma il 6 maggio – sarà invece l’occasione per un confronto tra studiosi e youtuber (Luca Vecchi di The Pills e Federico Frusciante) sul rapporto tra media audiovisivi, media digitali e importanza della mediazione critica.
Quanto e come il cinema si è riversato su YouTube? E come, invece, il Tubo ha influenzato le forme del racconto cinematografico e della serialità contemporanee? Che importanza ha rivestito l’evoluzione della tecnologia nell’estetica audiovisiva? Qual è stato il ruolo dei videogames e delle comunità di gamers? E quello dei critici? E questi critici sono “quelli di una volta” o sono sempre più degli entertainer a tutti gli effetti?
A dibatterne, insieme a Vecchi e Frusciante e con il coordinamento del semiologo Gabriele Marino, saranno Vito Campanelli (Teorico dei nuovi media e “remixologo”), Franco Marineo (Critico, storico e teorico del cinema), Agata Meneghelli (Semiologa, esperta di videogiochi, gamification e media digitali).
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