La Recensione di Fullmetal Alchemist, il live action distribuito su Netflix
Ieri sera abbiamo visto su Netflix l’adattamento in live action del famosissimo manga di Hiromu Arakawa dal titolo Fullmetal Alchemist. Questa è la nostra recensione.
Il film è stato campione di incassi in Giappone e lo attendevamo con ansia qui in Italia, anche perché è stato girato quasi totalmente in Toscana. La prima curiosità che volevamo soddisfare era quella legata alla storia che si voleva narrare all’interno della pellicola, il regista Fumihiko Sori avrebbe fatto una trasposizione fedele al manga, come è stato per l’anime Brotherhood o avrebbe portato il piano narrativo su altri canali? Possiamo dire che le prime scene – per quanto poco scorrevoli – sono molto fedeli all’opera di Arakawa. Il regista ha cercato, in modo corretto di avvicinare lo spettatore al mondo dell’alchimia, dando dettagli sui meccanismi che la regolano e fornendo spiegazioni agli eventi che scatenano gli eventi del film. La fotografia è buona e la CGI è gestita al meglio, rendendo reali e ben inseriti nei fotogrammi mostri, Homunculus e l’armatura che ospita l’anima di Alphonse. Quest’ultima è molto fedele nella ricostruzione e non risulta mai essere un elemento estraneo nelle varie scene.
La storia, per chi non la conosce, è quella che vede protagonisti due fratelli, Edward (interpretato dall’Idol Ryosuke Yamada) ed Alphonse. I due, quando erano bambini e già avvezzi all’Alchimia, perdono la madre e nel vano tentativo di riportarla in vita hanno un incidente legato al principio dello Scambio Equivalente. Ed perde un braccio ed una gamba ed Al l’intero corpo, il fratello più grande riesce però a legare l’anima del fratello ad un’armatura salvandola così dall’oblio. Col passare degli anni, il fratello maggiore (dotato di arti bionici) diventerà alchimista di stato e farà di tutto per trovare la Pietra Filosofale che – secondo lui – permetterà di riunire l’anima al corpo di Al. La vicenda si svolge nel primo novecento e l’ambientazione Italiana ben si sposa con quella dell’immaginaria Amestris.
Dopo le prime scene il film tende a discostarsi molto dalla trama originaria ma non è un vero problema per lo spettatore medio. Quello che risulta essere poco riuscito è il cast, purtroppo legato più al mondo degli Idol che agli attori, ed è un peccato. Da un lato infatti è stato confezionato un prodotto ad-hoc per il botteghino del sol levante, ma non ha permesso di avere un prodotto internazionale. Nonostante ciò la pellicola – anche se con momenti di narrazione un po’ stantii – scorre abbastanza bene ed ha un buon impatto visivo, soprattutto nelle scene di combattimento. Risulta tutto sommato godibile, anche se farà storcere il naso ai puristi e agli appassionati del fumetto, soprattutto per come sono analizzati e definiti i personaggi principali e secondari.
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