Recensione della seconda stagione di Slasher, la serie distribuita da Netflix
Oggi vi diamo una nostra opinione sulla seconda stagione della serie antologica Slasher, prodotta dalla rete canadese Super Channel, e distribuita in Italia da Netflix.
Gli istruttori di un campo estivo ritornano d’inverno nello stesso campo per nascondere le tracce di un omicidio avvenuto cinque anni prima e di cui loro sono stati gli autori. Il campo, però, è diventato una comunità new age e, subito, troveranno enormi problemi con un serial killer che vuole saldare alcuni conti in sospeso.
La serie ha una struttura antologica, quasi fosse la versione canadese di American Horror Story, senza però averne la medesima potenza visiva e di scrittura. Inoltre, è un chiaro omaggio ai film slasher degli anni ’80, con cotte estive, ragazze disinibite, ragazzi ormonali e scelte discutibili di comportamento di fronte ad una situazione di stress.
Se la prima stagione ci aveva intrigato per la sua originalità e una buona sceneggiatura, la seconda stagione parte bene e si sfalda completamente, anche perchè le motivazioni del serial killer sono un po’ tirate per i capelli. Si apprezza un certo coraggio e una discreta crudeltà nella prima puntata e nelle uccisioni del killer mentre il resto è abbastanza annacquato. Come anche risulta debole il finale, sebbene figlio di un bel colpo di scena, ma tutto sommato improbabile.
Il creatore è Aaron Martin, che aveva già prodotto Being Erica, The best years e Degrassi: the next generation. Buona la scelta di affidare tutta la serie ad un unico regista, Felipe Rodriguez, che se la cava abbastanza bene.
Il cast è molto modesto, non spicca nessuna interpretazione particolare, forse l’unico che risalta un po’ è il Ty Olsson, nel ruolo di Glenn, un omosessuale atipico nelle serie tv, ma per il resto niente da segnalare. Neanche l’unica faccia nota del cast, Leslie Hope, già vista in Crimson Peak e in altre serie tv, spicca per originalità.
Per concludere, possiamo dire che Slasher è un onesto prodotto di intrattenimento, che si presta bene per il binge-watching, ma da cui lo spettatore non deve aspettarsi grande originalità o qualità, ma solo qualche ora di spensieratezza. In ogni caso, è in arrivo una terza stagione, quindi probabilmente un suo pubblico si sta creando.
Ecco il trailer spagnolo.
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