cuori puri film

[Bif&st 2018] Focus su Cuori Puri, opera prima di Roberto De Paolis

Oggi nella quarta giornata del Bif&st si è tenuto un focus riguardante il film Cuori Puri, opera prima del regista Roberto De Paolis.

Sinossi. Agnese e Stefano sono molto diversi. Lei, 17 anni, vive sola con una madre dura e devota, frequenta la chiesa e sta per compiere una promessa di castità fino al matrimonio. Lui, 25 anni, è un ragazzo violento e dal passato difficile che lavora come custode in un parcheggio di macchine che confina con un grande campo rom. Quando si incontrano nasce un sentimento vero, fatto di momenti rubati e di reciproco aiuto. Il desiderio l’uno dell’altra cresce sempre di più, fino a quando Agnese, convinta di aver tradito i suoi ideali, prende una decisione estrema nella speranza di poter cancellare il peccato commesso.

Presenti presso il Circolo Barion di Bari, il regista, le attrici Barbora Bobul’ovà e Antonella Attili e la produttrice Carla Altieri.

Questo è il nostro resoconto del focus.

Il regista per prima cosa ha tenuto a specificare che per il soggetto ha dovuto fare un lavoro di ricerca, perché in quanto ateo non conosceva molto il mondo religioso. A tal proposito De Paolis ha frequentato comunità religiose e gente del posto per capire meglio come firmare al meglio la sceneggiatura.

Carla Altieri ha raccontato che ad un certo punto il progetto era diventato molto articolato ed è stato un bene che si è pensato di tornare con i piedi ben piantati nella realtà, mettendo come scopo quello di produrre un film per il mercato cinematografico, ma con una coerenza etica e stilistica.

Nel prendere la parola, la Bobul’ovà ha dichiarato che il personaggio di Marta inizialmente non le piaceva, arrivando quasi ad odiarlo. Non capiva i suoi atteggiamenti e non vedeva l’ora di uscire dal personaggio, ma grazie all’aiuto del regista, che le ha fatto capire che in realtà l’obiettivo era trovare punti in comune con la sua reale personalità, ha cominciato ad apprezzarlo.

Anche la Attili non ha nascosto la sua difficoltà nell’interpretare il suo personaggio. Perdere la dignità davanti al proprio figlio le è risultato emotivamente difficile ed ha dovuto scavare nel suo “io interiore” per trovare l’occorrente utile ad aiutarla a rendere al meglio il suo lavoro.

Infine la Bobul’ovà, rispondendo ad una domanda riguardo il suo pensiero sul cinema italiano del momento, ha risposto che, nonostante anni e anni di studio e preparazione, spesso si tende molto a catalogare gli attori per affidar loro ruoli sempre simili. Una dichiarazione questa che si collega a quanto detto successivamente dalla Attili, la quale ha dichiarato che in Italia non esiste l’attore ma esiste il personaggio e quindi il saper interpretare un ruolo diverso dal solito a volte viene visto come un difetto anziché un pregio.

Di Seguito alcune foto dell’evento.

 


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