E’ da poco uscito nelle sale End of Justice – Nessuno è innocente, thriller drammatico con Denzel Washington e Colin Farrell. Il film, diretto da Dan Gilroy, è uscito negli Usa in autunno e si è guadagnato una candidatura agli oscar nella categoria miglior attore protagonista. Questa è la nostra recensione.
TRAMA
Roman J. Israel è uno stravagante avvocato di Los Angeles che si occupa di diritti civili. Nella sua vita ha sempre messo davanti il bene dei clienti al profitto personale, conducendo per questo un’esistenza economicamente modesta. Tuttavia, l’idealismo che l’ha sempre contraddistinto viene messo in discussione quando, in seguito all’improvvisa morte del suo socio, gli viene offerto un posto in un prestigioso studio legale, a patto di occuparsi di un caso dalle implicazioni torbide.
LA RECENSIONE
A seguito dello strepitoso e meritato successo della serie tv Better Call Saul, il momento è propizio per raccontare storie riguardanti avvocati sfigati ma geniali. Guardando End of Justice – Nessuno è innocente, risulta infatti difficile pensare che il regista Dan Gilroy non si sia ispirato alle vicende di Saul Goodman, fenomeno del piccolo schermo.
Questa volta ad interpretare questo avvocato immerso nel suo mondo, altamente idealista e lontano dalle logiche del moderno capitalismo, c’è il grande Denzel Washington. Di per se la performance dell’attore newyorkese è di grande livello, non a caso è valsa una nomination agli oscar. Il problema è che il personaggio di Roman tende ad essere eccessivamente enigmatico, ermetico, a tratti incomprensibile.
Questa sensazione di incomunicabilità tra il protagonista e il pubblico è acuita da alcuni dialoghi eccessivamente lunghi, pedanti, ancora una volta incomprensibili. Difficilmente spiegabile è anche la condotta stessa del main character nel corso dell’arco narrativo: prima assoluto paladino della legge, poi assai corruttibile avvocato in cerca di lusso e fama, infine di nuovo mai pentito difensore dei più deboli. Il tutto in una maniera troppo improvvisa, schematica, difficilmente spiegabile.
Non aiuta, in questo, il co-protagonista, l’avvocato Pierce, interpretato da un altro pezzo da novanta come Colin Farrell. Per tutta la durata del film si ha infatti la netta impressione che questo ruolo non si addica per nulla all’attore irlandese. Troppo lineare, abbottonato, privo di profondità e personalità, il personaggio dell’avvocato Pierce non riesce minimamente ad esaltare le capacità recitative di Farrell, abile nell’interpretare figure molto più contraddittorie, tormentate.
End of Justice – Nessuno è innocente, risulta così una pellicola dalle alte aspettative, che rimangono però in gran parte disattese a causa di una trama con troppi vuoti di sceneggiatura ed un protagonista sicuramente affascinante, ma eccessivamente enigmatico, per non dire incomprensibile.
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