A pochi giorni dalla chiusura dell’edizione numero 19 della View Conference diamo spazio alla nostra ultima intervista, sebbene siano già state annunciate le date per il 2019: dal 21 al 25 ottobre, sempre nella nuova sede delle OGR.
L’ultimo ospite che abbiamo incontrato alla View è stato David Vickery, il responsabile degli effetti speciali per l’ultimo capitolo del franchise dedicato ai dinosauri, Jurassic World: il regno distrutto.
Sebbene sia giovane, David ha nel suo carnet molte collaborazioni celebri: da Sherlock Holmes a Cloverfield, passando da Mission: impossible – Rogue nation e Il cavaliere oscuro, fino ad arrivare a Harry Potter e i doni della morte Parte II, con cui ha avuto la sua prima nomination agli Oscar.
Ecco la nostra intervista esclusiva.
David, grazie per il tuo tempo, ti faccio alcune domande sul tuo lavoro. Ci puoi raccontare come è iniziata la tua carriera nel mondo degli effetti speciali?
Sì, all’università ho studiato design industriale, nulla a che fare con i film, ma presto mi sono interessato alle tecnologie 3D e ai prototipi di videocamere, e quando ho finito gli studi ho capito che volevo lavorare per il mondo di Star Wars. Quindi ho mandato una lettera alla ILM che, naturalmente, ha rifiutato la mia candidatura, perchè non avevo esperienza. Quindi, dopo diverso tempo, sono riuscito ad avere un posto di lavoro nella Double Negative, dove sono stato per 12 anni.
A proposito di Double Negative, lavori ancora con loro o hai chiuso il rapporto?
No, adesso ho lasciato e sono riuscito finalmente ad entrare nella ILM!
La nomination agli Oscar l’hai avuta, però, mentre lavoravi ancora per Double Negative?
Sì, ero supervisore degli effetti speciali per Harry Potter e i doni della morte Parte 2, per la Double Negative.
Appunto con la Double Negative hai lavorato a diversi film, tra i quali i miei preferiti sono stati I figli degli uomini e Cloverfield: fantastici!
Sebbene alla Double Negative io sia stato benissimo devo dire che lavorare per la ILM è un sogno che diventa realtà. Per Cloverfield ho lavorato insieme a Jay Worth, anche lui qui a Torino a presentare Westworld. Per Cloverfield è stato difficilissimo seguire i movimenti di macchina, applicandoci gli effetti speciali, con piani sequenza molto lunghi. Per I figli degli uomini di Cuaron, abbiamo dovuto adeguarci alle necessità di Alfonso, anche lui con inquadrature complesse. In particolare, abbiamo curato il famoso piano sequenza all’interno della Fiat Multipla, in cui la camera entra e esce dell’auto senza stacchi. Abbiamo sfruttato il tetto dell’auto come punto per far entrare la camera, con movimenti complessi, che hanno creato un’unica scena, ma in origine divisa in 6 o 7 scene separate. Devo dire che a ogni film che ho lavorato abbiamo sempre affrontato diverse sfide e abbiamo cercato di renderlo memorabile.
Quali sono state le difficoltà incontrate per Jurassic world: il regno perduto? Quali le sfide da affrontare?
La cosa veramente difficile è stata quella di avere così tanti dinosauri in un set. Avevamo 21 specie di dinosauri diversi, dovevamo rappresentarli fisicamente diversi e riconoscibili, dovevano interagire con gli attori, sebbene spesso gli attori recitassero senza vedere il dinosauro. Non c’era una reale interazione fra attori e dinosauri, quindi abbiamo dovuto inventarci alcuni trucchi per portare dei dinosauri sul set, come palloncini o animatronics, che abbiamo usato molto.
Una grande differenza tra questo Jurassic World e quello precedente è quella che qui ci sono molte scene indoor, dentro case, dentro stanze, al chiuso. Quali problemi avete affrontato?
Il grosso problema è stato quello di costruire set abbastanza grandi da farci stare un dinosauro, ma credibili come ambienti. Se il set era troppo grosso, il dinosauro appariva piccolo, quindi la difficoltà è stata quella di equilibrare le dimensioni tra set e dinosauri.
Questo Jurassic World è un film molto strano perchè il trailer ti presenta un certo tipo di film che non corrisponde al film vero: dopo un quarto di pellicola Jurassic World: il regno distrutto diventa tutto un altro film…
E’ verissimo! Il trailer punta tanto sulla distruzione dell’isola ma questa occupa circa 20 minuti di film, mentre il resto del film ha molti altri sapori. J. A. Bayona ha inserito il suo gusto europeo nel franchise, ma, nello stesso tempo, dovevamo fare un salto nel prossimo gradino dell’evoluzione del franchise stesso, con i dinosauri liberi di vagare nel mondo. E’ incredibile aver espanso l’universo di Jurassic Park verso nuovi orizzonti.
E quando il film finisce, con l’ultima scena, il titolo di questo Jurassic World: il regno distrutto acquista un nuovo significato…
E’ vero, è particolare come il personaggio di Ian Malcom (Jeff Goldblum) al termine del film abbia detto “Benvenuti a Jurassic World”, invece avrebbe dovuto dire “Benvenuti a Jurassic Earth (Terra)”.
Volevo sapere la tua opinione sull’ennesima fiasco del 3D, della stereoscopia. Non so all’estero, ma in Italia oramai i film proiettati in 3D sono, di nuovo, pochissimi. In compenso, abbiamo una grande diffusione della VR, soprattutto nei videogames.
Probabilmente il pubblico non ama dover indossare gli occhiali per vedere un film. Penso che i film girati direttamente in stereoscopia siano fantastici, un viaggio immersivo. Il problema nasce dai film convertiti in stereoscopia, dalla cattiva qualità che ha portato ad un allontanamento del pubblico. Sono molto interessato alla VR per numerosi motivi, penso che possa essere uno strumento utilissimo per i registi per pianificare e preparare un film, la scelta delle locations. Sono anche molto interessato ai progetti della ILMxLAB che sta portando avanti.
Hai avuto modo di vedere Carne y arena di Inarritu?
No, purtroppo ancora no.
Io l’ho visto ed è veramente un gradino più alto per quanto riguarda il fare cinema in VR. Quando lo vivi, hai la percezione che questo film sia l’inizio, il primo step di un nuovo modo di vedere e vivere il film e il cinema.
Ci siamo incontrati in Inghilterra con Inarritu ancora in una fase iniziale del progetto Carne y Arena.
Personalmente trovo il grosso limite attuale della VR sia che è un’esperienza solitaria, a differenza del cinema che è un’esperienza di massa…
Penso che il futuro sia del tipo di cinema immersivo, con persone che sperimentano la VR in un contesto di gruppo, in un’esperienza condivisa. Io amo vedere i film con altre persone, ma amo anche vedere i film in solitudine…
Che tipo di film ami? Cosa ti piace vedere?
Assolutamente la sci-fi, la fantascienza è il genere che preferisco. Naturalmente guardo un po’ di tutto, ma poi mi faccio affascinare dalla fantascienza. L’altro anno Blade Runner 2049 mi ha entusiasmato.
E quale sarà il tuo prossimo lavoro?
Forse sarà ancora collegato ai dinosauri e non aggiungo altro… Siamo ancora in una fase acerba, ma mi piacerebbe essere coinvolto nel progetto…
Ti piacerebbe dirigere un film?
Ci ho pensato ma non penso di essere ancora pronto per farlo, sarà forse il mio prossimo step, più lavoro con i registi e più mi affascina vedere quello che fanno. Sarà probabilmente uno dei miei prossimi progetti, anche perchè lavoriamo a stretto contatto con i registi, scegliamo i punti di vista insieme, come mettere la camera, ecc…
L’occhio del VFX non è poi tanto diverso dall’occhio di un regista, infatti…
Abbiamo lo stesso approccio verso lo storytelling, come regista devi mettere insieme le diverse idee che ti vengono in mente e il VFX è la colla che serve per unire il tutto.
Se ci incontrassimo qui tra 10 anni di cosa parleremmo, quale potrebbe essere la novità negli FX e nel cinema?
E’ una domanda veramente difficile! Spero si riuscirà a raccontare una storia nello spazio virtuale, nella VR, con il pubblico che può scegliere veramente che tipo di esperienza vuole provare con quella storia. Un po’ quello che ci ha fatto vedere Steven Spielberg nel suo bellissimo Ready player one, un universo condiviso con una storia condivisa ma con la massima scelta da parte del pubblico.
Cosa ne pensi nel vedere un film come Jurassic World in uno schermo di un cellulare? Christopher Nolan, quando uscì Dunkirk, disse che era un film pensato espressamente per il grande schermo.
Io non guardo i film sul cellulare, non mi piace, ma guardo spesso la tv sul cellulare. Nolan ha ragione, il suo è un cinema immenso che merita di essere visto in grande. Anche per Jurassic World, noi della ILM l’abbiamo girato per essere gustato in un formato non compresso, nella più alta qualità visiva. Però non mi colpisce particolarmente dove la gente deve vedere un film, non sono così “bianco o nero”. Trovo frustante spendere così tanto a lavorare su un film e vederlo poi fruito in qualità brutta o in formati orrendi o in bassa risoluzione, questo mi dispiace molto.
Grazie a David Vickery per il suo entusiasmo e per il lavoro incredibile che riesce a farci immergere nella magia del cinema.
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