Elite – La recensione della serie tv spagnola prodotta da Netflix
Elite è la nuova serie tv spagnola che la piattaforma Netlix ha introdotto nel suo catalogo televisivo. Questa è la recensione della prima stagione.
Prodotta da Carlos Montero e Dario Madrona, l’ispanica webserie si inserisce tra il genere thriller e drammatico, rivolto nello specifico al pubblico adolescenziale.
Tre giovani adolescenti di umili origini vincono una borsa di studio per entrare nella prestigiosa scuola di Las Encinas, frequentata dai figli delle familgie più ricche di tutta la Spagna. A causa di un terremoto che ha raso al suolo la loro vecchia scuola, i tre giovani hanno l’opportunità di entrare nel mondo élitario dei rampolli spagnoli; tuttavia il loro arrivo non sarà ben gradito e la loro presenza scatenerà una serie di eventi che porteranno ad una tragica fine.
La Recensione
Elite è un grande contenitore, le cui misure si contano in tempo e numeri: 40/50 minuti per 8 puntate, in cui si mixano situazioni, eventi, tematiche, legate dal fil rouge di un omicidio. Le basi su cui poggia questo prodotto televisivo è la diversità culturale e sociale tra ricchi e poveri e di come ognuno singolarmente affronta questa condizione. L’arrivo dei tre outsiders provoca irritazione e crisi isteriche ai figli di papà e al contrario non tutti e tre sono felici delle nuova sistemazione; ma c’è chi trae vantaggio da questi squilibri e chi tende una mano verso una (im)possibile pacificazione.
Le fonti di Elite si possono riscontrare senza fatica in recenti serie televisive per adolescenti, quali Pretty Little Liars per l’intrigata e opulenta trama e Gossip Girl, per quanto riguarda l’aspetto relazionale tra giovani ricchi e poveri costretti a camminare nello stesso spazio e a respirare la stessa aria. Ma in Elite tutto è inserito e mescolato, come fosse un grande frullato di intrecci amorosi che sfociano in performance tra omosessuali, sesso a tre, voyeurismo e omicidio: è l’apoteosi del libero arbitrio (senza un senso logico).
Gli attori coinvolti sono più o meno noti al pubblico di Netflix: Miguel Herràn, Maria Pedraza e Jaime Lorente (già nel cast de La Casa di Carta) Miguel Bernardeau, Itzan Escamilla, Alvaro Rico, Aron Piper, Mina El Hammani e Danna Paola (quest’ultima come voce nel film Rapunzel-L’intreccio della Torre, 2010). Non si può negare la bravura di quasi tutti i volti coinvolti, poichè nel bene o nel male ci spingono a guardare tutti gli episodi fino alla fine.
Sulla scia del successo de La Casa di Carta e Le Ragazze del Centralino, la Spagna sforna una serie di prodotti televisivi che intrigano, ma che non riescono a lasciare una vera impronta incisiva e duratura nel pamorama ormai variegato delle webseries.
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