Natale a 5 Stelle è il primo cinepanettone dell’era Netflix. La regia è di Marco Risi, mentre la sceneggiatura è di Enrico Vanzina. Questa è la nostra recensione.

Il premier italiano sfrutta un viaggio diplomatico in Ungheria per dare sfogo alla sua storia d’amore clandestina con un membro dell’opposizione. Tra eventi inattesi e sviluppi narrativi surreali, la pellicola di Risi porta in scena la solita storia di tradimenti, ma questa volta sfruttando la situazione politica italiana.

La Recensione

Finita – o quasi – l’era dei cinepanettoni al cinema, Enrico Vanzina e Marco Risi provano, con Natale a 5 Stelle, a ritagliarsi uno spazio importante in quel di Natale attraverso la piattaforma di streaming offerta da Netflix. Ma, come prevedibile, la qualità della prodotto finale è la solita.

Privo di originalità e orfano dei “grandi” mattatori della commedia natalizia italiana (Massimo Boldi e Christian De Sica su tutti), Natale a 5 Stelle annaspa sia dal punto di vista registico che da quello sceneggiativo. La storia alla base di questa pellicola non offre soluzioni innovative, mentre la regia sembra adagiarsi sulle solite – e scadenti – linee guide offerte da altri film di genere approdati in sala negli ultimi anni.

Il cast non sembra in grado di sopperire alla mancanza di qualità del comparto registico/sceneggiativo, e questo rappresenta forse il difetto maggiore di film incapace di raccogliere l’interesse – e le risate – del pubblico. Massimo Ghini soffre l’assenza al suo fianco di un vero mattatore della comicità, mentre Biagio Izzo è relegato ad un ruolo da considerare più che di contorno. La presenza femminile è discretamente rappresentata ma, come spesso accade in pellicole di questo genere, è utilizzata solo per attirare gli sguardi dei maschietti.

Se l’obiettivo di Netflix era quello di far risorgere dalle ceneri un genere cinematografico oramai scomparso in Italia, allora in quel caso si tratta di un tremendo fallimento.