Triple Frontier, recensione del film Netflix con Ben Affleck
Diretto da J.C. Chandor, il film Triple Frontier è una nuova produzione Netflix. Questa é la nostra recensione.
Triple Frontier racconta la storia di un agente di nome Pope (Oscar Isaac) il quale viene a conoscere il nascondiglio di un potente signore della droga. Pope, al fine non solo di eliminare il criminale che stava inseguendo da tempo ma anche di impossessarsi dell’enorme somma di denaro in mano a quest’ultimo, decide di chiamare a raccolta i suoi ex colleghi Francisco, William, Ben e Tom (interpretati rispettivamente da Pedro Pascal, Charlie Hunnam, Garret Hedlund e Ben Affleck). Tornare a casa sani e salvi non sarà facile per loro.
Recensione
Il progetto di questo film, il cui titolo prende spunto dalla ambientazione in cui si svolge l’azione, ossia la tripla frontiera tra Paraguay, Argentina e Brasile, pare fosse in cantiere da molti anni e inizialmente era prevista la partecipazione di Tom Hanks e Johnny Depp tra gli interpreti e di Kathryn Bigelow alla regia. A questa prima visione della pellicola se ne susseguono altre che avrebbero visto la partecipazione di stelle del calibro di Tom Hardy e Will Smith. Dopo quindi una sequela di abbandoni e di vicissitudini produttive di svariato genere il progetto finisce nelle mani di Netflix e il 26 Marzo 2018 iniziano le riprese di “Triple Frontier”, per la regia di J.C. Chandor, già regista del discreto “Margin Call”, datato 2011.
Il prodotto finale, distribuito attraverso la già citata piattaforma streaming a partire dal 13 Marzo 2019, si presenta come un solido film d’azione caratterizzato da ambientazioni esotiche e da rocambolesche sequenze d’inseguimento tipiche del cinema di guerra. La sceneggiatura, firmata dal regista insieme a Mark Boal, si limita a non far emergere sbavature e, senza troppe pretese, diventa la base per un film di puro intrattenimento che, nonostante sguazzi sia contenutisticamente che visivamente in un mare di cliché legati al genere cinematografico d’appartenenza, funziona grazie ad un ritmo sostenuto, ad una fotografia da manuale e ad gruppo di interpreti un po’ monocorde nella recitazione ma comunque affiatati e in parte.
In sostanza possiamo dire di trovarci di fronte ad una pellicola che mantiene le promesse e che, senza troppe pretese e tralasciando l’approfondimento psicologico dei personaggi, intrattiene e regala allo spettatore la giusta dose di adrenalina. Godibile.
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