Recensione di Sanctuary, il 12° episodio di The Orville 2, diretto da Jonathan Frakes
Abbiamo visto Sanctuary, il 12° episodio della seconda stagione di The Orville. Queste le nostre considerazioni.
Per Sanctuary si sono eccezionalmente riuniti 3 grandi veterani della saga Star Trek. Infatti l’episodio è stato scritto da Joe Menoscky, diretto da Jonathan Frakes, e Marina Sirtis impersona una educatrice a bordo della USS Orville.
Ogni puntata di The Orville è spesso suddivisa in una trama principale, che si concentra in maniera particolare su un personaggio chiave, ed alcune esilaranti sottotrame. Per questo episodio il personaggio sotto i riflettori di MacFarlane è Bortus, o più precisamente la cultura dei Moclan, il popolo a cui appartiene il nostro simpatico Secondo Ufficiale, che ricordiamo essere una razza aliena molto progredita a livello scientifico, ma con principi morali e costumi altamente discutibili.
Sanctuary si collega direttamente ad un episodio della prima stagione intitolato Il Gender della Discordia, dove Bortus, in aperto contrasto con il proprio compagno Klyven, è contrario alla presunta necessità di far operare la propria figlia Topa per il cambio di sesso.
Così come in Scudi, l’episodio andato in onda il 21 febbraio scorso, qui MacFarlane ribadisce fortemente come l’eterosessualità nei Moclan viene trattata come una diversità da punire severamente. Il risultato è la creazione di un parallelismo con il nostro presente, dove l’omofobia e l’avversione alle “diversità” sono purtroppo pregiudizi ancora esistenti e spesso striscianti, sintomi di una ingiustificata arretratezza culturale.Qui troviamo un Bortus estremamente motivato nel combattere, supportato da una fantastica Kelly, quei pregiudizi fin troppo radicati tra gli appartenenti della sua specie. L’episodio comunque si conclude con la speranza che le cose possano cambiare attraverso le aperture mentali delle nuove generazioni.
C’è da sottolineare un simpatico siparietto che, più che plagio, vuole essere un omaggio da parte di Jonathan Frakes al film Deadpool 2, secondo capitolo cinematografico dedicato ad uno dei più dissacranti supereroi Marvel. Nel particolare, possiamo assistere ad alcune scene di combattimento in cui viene utilizzata come colonna sonora una canzone di Dolly Parton del 1980, intitolata 9 to 5, considerata da Heveena, un’attivista Moclan di sesso femminile, come un vero e proprio inno alla ribellione contro la supremazia maschile.
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