La recensione di Annabelle 3, il nuovo capitolo del ConjuringVerse
Annabelle 3 è il nuovo capitolo del franchise horror noto come ConjuringVerse. Questa è la nostra recensione.
Diretto da Gary Dauberman, l’horror vede nel cast la presenza di Vera Farmiga, Patrick Wilson, McKenna Grace, Madison Iseman e Katie Sarife. La sceneggiatura è stata co-firmata dallo stesso Dauberman in compagnia di James Wan (creatore del franchise).
Dopo aver risolto un terrificante caso di infestazione demoniaca i coniugi Warren rinchiudono l’oggetto della possessione (una bambola di nome Annabelle) nella sala dei reperti della loro casa. Ma il potere di Annabelle è troppo forte per essere contenuto, e l’insolenza di una babysitter troppo curiosa lo risveglia. La bambola libera nel contempo anche altre spiriti contenuti in oggetti presenti nella stanza, da quel momento la vita di tutti i presenti nella casa è in pericolo.
La Recensione
Da grande conoscitore della saga ConjuringVerse, lo sceneggiatore Gary Dauberman, con Annabelle 3, si cimenta nella regia, dimostrando di avere anche altri talenti, oltre a quello di scrivere.
Il suo esordio alla regia non è per nulla pretenzioso, anzi per lunghi tratti in linea con lo stile sobrio palesato in altri precedenti capitoli, ovviamente non parliamo di The Nun, a nostro avviso il peggiore della saga. Dopo una prima parte caratterizzata da un ritmo cadenzato, Dauberman mostra tutto il suo potenziale registico con un incremento della tensione emotiva, sequenze da brivido ed un terzo atto in pieno “stile Avengers“, dove trovano spazio i peggiori incubi dell’universo ConjuringVerse. Siamo più che convinti che il finale di Annabelle 3, oltre ad essere ben costruito, è anche un manifesto per quella che sembra una nuova incredibile espansione del franchise.
Annabelle 3 non regala solo spunti per nuovi potenziali spin-off, ma è un continuo omaggiare i capitoli già approdati al cinema nel recente passato, a tal proposito va ricordato che questa storyline è ambientata subito dopo gli eventi di The Conjuring – L’Evocazione, e prima di The Cnjuring – Il Caso Enfield. I continui riferimenti al franchise talvolta sembrano forzati, ma nel contesto sono apprezzabili perchè capaci di rendere Annabelle 3 un vero e proprio collante per l’intero franchise.
Ovviamente il lavoro di Dauberman non è certamente privo di difetti, sia dal punto di vista registico che da quello prettamente sceneggiativo, ciononostante risulta funzionale allo scopo dei produttori (James Wan su tutti), ovvero quello di continuare ad espandere un franchise ancora estremamente apprezzato da critica e pubblico.
Abbandonate l’idea di vedere Patrick Wilson e Vera Farmiga in azione, la loro presenza è infatti solo marginale, e forse questa scelta produttiva non rappresenta un male per la qualità complessiva della recitazione. I giovani protagonisti, infatti, reggono in maniera egregia il peso dell’intera pellicola. La giovanissima McKenna Grace ha già dimostrato in passato di avere grandi doti recitative drammatiche, e qui ne conferma la bontà. Madison Iseman e Katie Sarife concludono il terzetto con bellezza, buona recitazione e mimiche facciali ottime per un prodotto horror di queste dimensioni.
In conclusione, Annabelle 3 non può essere considerato il miglior capitolo della saga, ma un film ben fatto, capace di spaventare, e soprattutto ideale per promuovere un franchise – il ConjuringVerse – con ancora tante storie da raccontare.
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