Recensione della terza stagione di Stranger Things, la serie tv Netflix
Lo scorso 4 luglio abbiamo visto la terza stagione di Stranger Things, celebre serie tv targata Netflix, e questo è il nostro commento.
Prima di partire con l’analisi vogliamo sottolineare il fatto che la nostra recensione è approdata soltanto oggi in rete per evitare, come accaduto per altri, di farsi rapire dal fenomeno mediatico, ed esprimere un giudizio forse troppo di parte. E’ nostra intenzione evitare qualsivoglia spoiler, ciononostante saremo costretti ad anticipare qualche tema per fornirvi un commento alla stagione interessante e critico.
La Trama
Abbiamo lasciato Undici (Millie Bobby Brown) che, sconfitto il Mind Flayer e richiusa la porta che conduce al Sottosopra, si concedeva un ballo ed il primo bacio con Mike (Finn Wolfhard). Da quel giorno è passato ormai un anno e tante cose sono cambiate: Ha aperto un Mall che ha fatto incetta di tutte le attività commerciali della cittadina trasformando il centro in un desolato numero di vetrine vuote. Le storie d’amore tra i protagonisti vanno avanti, in particolare quella fra “Undi” e Mike, che fa preoccupare lo sceriffo Hopper, ormai padre a tutti gli effetti della ragazza ed incapace di accettare il fatto che lei stia diventando adulta. Will (Noah Schnapp) e Dustin (Gaten Matarazzo) sembrano fuori dalle nuove dinamiche del gruppo non riuscendo ad accettare la perdita dell’innocenza e la successiva età adolescenziale. Steve (Joe Keery) ha trovato lavoro nel nuovo centro commerciale come commesso di un negozio di gelati in cui ha incontrato Robin (Maya Hawke) sua collega e tormento. In questa apparente normalità si celano, invece, i nuovi mostri che affolleranno le strade di Hawkins, portando i protagonisti ad affrontare nuove e vecchie minacce.
Il Commento
Pur discostandosi in maniera netta dalle stagioni precedenti per molteplici aspetti, Stranger Things 3 non li rinnega, anzi traccia la strada per un mondo oltre la porta che ormai fa parte della nostra stessa realtà.
Con questa terza stagione i Duffer Brothers reinventano una serie di successo, lasciandola agganciata ai vecchi temi ma fornendo allo stesso tempo nuove dinamiche narrative e turbamenti. I nuovi episodi cercano di analizzare l’evoluzione caratteriale di ogni singolo personaggio, fornendo allo spettatore spunti per riflessioni introspettive non indifferenti. Stranger Things ora non porta in scena solo la lotta contro i mostri provenienti dal Sottosopra, ma anche contro i demoni che albergano in ognuno dei personaggio.
I giovani protagonisti – e gli attori che li interpretano – sono cresciuti, essi hanno una nuova visione del mondo che li circonda, allo stesso modo però risulta la stessa serie maturata, trasformandosi pian piano da una sorta di rivisitazione dei Goonies ad un prodotto più dark, e forse maturo.
I Duffer per i nuovi episodi omaggiano il sotto-genere splatter, ma state pur tranquilli che ciò che ne viene fuori non disturba, in quanto non direttamente collegato a scene violente, queste scelte – a nostro avviso -equilibrano il giusto connobio tra esigenze narrative e voglia di osare rispetto al passato.
Gli anni ’80 continuano a fare da scenario alle vicende si questa nuova stagione, essi offrono spaccati di vita sempre più definiti e dettagliati di quel periodo: nei nuovi episodi la fanno da padrona i colori sgargianti, le capigliature tipiche del periodo storico, ma anche – soprattutto – i riferimenti alla guerra fredda.
Il Cast
Sia i vecchi protagonisti che le novità del cast piacciono non dispiacciono. Va apprezzata la crescita artistica dei vari attori, con particolare attenzione a Gaten Matarazzo, ormai star a tutto tondo della serie. Millie Bobby Brown si dimostra – una volta in più – star internazionale consacrata da Godzilla – King of The Monsters. Se è vero che il frutto non cade mai lontano dall’albero, Maya Hawke è figlia “degna” di Uma Thurman ed Ethan Hawke: lei è forse la grande rivelazione di questa terza stagione, il suo personaggio ruba per la scena la maggior parte delle occasione a chi si trova con lei sullo schermo.
David Harbour, buttatosi alle spalle la non troppo felice esperienza nel mondo del cine-fumetto con Hellboy, torna a vestire i panni “larghi” dello sceriffo della contea. A nostro avviso rappresenta un bellissimo omaggio al celebre Magnum PI, creando delle divertenti gag con il personaggio di Winona Ryder, con Undici e con tutto quel sottobosco narrativo che contribuisce ad arricchire la serie. Il suo Hopper cattura il cuore degli spettatori, un eroe senza tempo e senza macchia, un po’ Bud Spencer ed un po’ Rambo.
La Curiosità
L’episodio conclusivo ha una durata maggiore degli altri, ed arricchito da scene post credit che danno il là alla prossima stagione, di cui però si ignorano ancora i temi e la connotazione temporale. Si resterà negli anni ’80 oppure gli autori proveranno a fornirci una visione nostalgica sul decennio successivo? Non resta che attendere i nuovi episodi.
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