I Am a Killer, la recensione della docu-serie Netflix
I Am a Killer è il nuovo documentario crime disponibile da Agosto 2019 sulla piattaforma streaming Netflix. Questa è la nostra recensione.
Ispirata ad eventi realmente accaduti, il nuovo prodotto Netflix narra le vicende di alcuni detenuti rinchiusi nel braccio della morte in diverse prigioni degli Stati Uniti d’America.
RECENSIONE
I Am a Killer è il frutto dell’unione tra una serie tv, con la sua suddivisione in puntate da 40/50 minuti, e la struttura narrativa propria del documentario. Il risultato è un prodotto di 10 puntate, indipendenti l’una dall’altra, nel quale vengono intervistati 10 prigionieri condannati alla pena capitale.
La struttura narrativa è la medesima per ogni detenuto: gli vengono poste domande sulla propria storia personale e vengono interrogati sul perché delle loro azioni. La parola viene poi ceduta ai familiari dei detenuti e delle loro vittime.
Il tema è sicuramente interessante, soprattutto per i fan delle serie televisive di stampo crime e thriller intrise di psicologia criminale. A tal proposito, crediamo che il punto forte sia proprio l’aspetto “diretto” e vero, nel quale il carnefice e le sue azioni sono collocate in primo piano.
I Am a Killer non è solamente un insieme di interviste poste ad una serie di detenuti, ma si presenta come un pretesto per scuotere le coscienze dell’opinione pubblica ponendo un quesito fondamentale, che ancora oggi divide il mondo intero: è giusto o meno condannare a morte un uomo? Chi siamo noi per decidere se un uomo deve vivere o morire?
Il colosso Netflix continua la sua campagna di espansione a trecentosessanta gradi della categoria crime: troviamo non solo polizieschi, thriller, serie televisive e film che ne approfondiscono l’aspetto psicologico o dalla trama complessa; ma vi sono anche documentari come I Am a Killer e tanti altri presenti nel catalogo che ci riportano nel mondo della realtà.
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