Baby: la recensione della seconda stagione
E’ da poco disponibile su Netflix la seconda stagione di Baby, serie tutta italiana che racconta il mondo degli adolescenti della Roma bene, tra scandali e tormenti. Ecco la nostra recensione.
LA TRAMA: Dopo la morte del boss Saverio, il giro di squillo minorenni di Roma nord è preso il mano dal suo giovane vice, Fiore. Per lui lavorano stabilmente Chiara, oramai risucchiata in un vortice senza fine e Ludovica, che cerca invece una via d’uscita.
LA RECENSIONE: La seconda stagione di Baby, composta di soli sei episodi, si caratterizza per l’assoluta continuità rispetto alla prima, nel bene e nel male. Il focus principale della trama rimane quello della prostituzione minorile, scandalo che un paio di anni fa’ travolse molti personaggi pubblici della Roma bene.
E’ interessante notare l’evoluzione delle due protagoniste, Chiara, interpretata da Benedetta Porcaroli e Ludovica, impersonata da Alice Pagani. La prima, inizialmente lontana anni luce dal mondo degli scandali e della prostituzione, sembra oramai quella più agio nel ruolo di baby squillo. La seconda, iniziatrice di questa pratica, tenta ora il tutto per tutto per uscirne fuori.
A questo proposito, mentre il movente di Ludovica è evidente, le servono soldi per mandare avanti una famiglia disastrata, il motivo per cui Chiara si prostituisce continua a latitare anche nella seconda stagione. Piange, si dispera, ha molti problemi, ma non si trova un collegamento diretto tra la sua situazione di vita e le azioni che la ragazza compie.
In netto declino, durante questa seconda stagione, il personaggio maschile principale, quello di Damiano, interpretato da Riccardo Mandolini. La sua storia personale, inizialmente interessante e vagamente originale, sta perdendo colpi. In una delle scene finali della stagione, in cui Damiano ruba indisturbato l’intero archivio fotografico di un investigatore privato, si rasenta il ridicolo.
Buono l’inserimento di alcuni personaggi “adulti”, sempre cruciali per bilanciare una serie dove la recitazione è quasi totalmente gestita da attori adolescenti. Ottimo Max Tortora nel ruolo di severo padre della Roma bene di giorno e frequentatore di squillo minorenni di notte. Interessante anche il ruolo del professore di Filosofia di Ludovica, interpretato da Thomas Trabacchi.
A proposito di banchi di scuola, è un peccato che una serie con ambientazioni molto realistiche (Roma Nord-Parioli-Prati-Flaminio) svolga tutte le lezioni della finta scuola privata esclusiva in quelle che, nella realtà, sono le aule dell’Università di Tor Vergata, distante chilometri e chilometri dalle zone in cui è ambientato il resto della serie.
Probabilmente la produzione è dovuta scendere a compromessi, e lo capiamo, ma chiunque sia di Roma noterà immediatamente il contrasto stridente. Menzione d’onore, infine, per le musiche, che continuano ad essere molto belle e risultato capaci di aggiungere qualcosa alla storia.
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