Terminator – Destino Oscuro è un film diretto da Tim Miller, con la James Cameron in cabina di produzione. Questa la nostra recensione.
Nel cast Arnold Schwarzenegger, Linda Hamilton, Diego Boneta, Mackenzie Davis, Gabriel Luna, Natalia Reyes, Edward Furlong. Il film è da considerare come il terzo capitolo della saga, subito dopo Terminator 2: Il Giorno del Giudizio.
Era l’anno 1984 quando usci nei cinema di tutto il mondo un film destinato a diventare da lì a poco un cult del genere, stiamo parlando di Terminator. La pellicola fu diretta da James Cameron ed interpretata da Arnold Schwarzenegger nei panni del celebre T800, un cyborg proveniente dal futuro per “terminare” Sarah Connor, moderna “Madonna” destinata a partorire il salvatore di una umanità sopraffatta dalle macchine create dall’uomo stesso. A questo stupendo primo capitolo seguì nel 1991, sempre diretto da James Cameron, un altrettanto stupefacente sequel dal titolo Terminator 2 – Il giorno del giudizio, ed è proprio alla narrazione di questo ultimo film che Terminator: Destino Oscuro si aggancia. Il resto è storia… da dimenticare.
IL COMMENTO
La complessa operazione di voler puntare ancora su un franchise oramai stanco a nostro avviso, almeno in parte, può essere considerata riuscita, anche se il voluto forte legame con il passato della saga, senza provare il “rischio” di percorrere nuove strade, può risultare una operazione un po’ “ruffiana” la quale, giocando sulla nostalgia, strizza esageratamente l’occhio ai fan più oltranzisti.
La storyline di Destino Oscuro è ambientata in una realtà alternativa a quella di Terminator 2, una realtà in cui Skynet non è mai esistita, aspetto che conta poco o nulla perché qui capiamo che, qualsiasi sia la cronologia, l’umanità sarà sempre colpevole della sua estinzione, attraverso la creazione dei propri mostri capaci di renderci schiavi o di distruggerci del tutto. In aggiunta a questo chiaro messaggio di monito, filo conduttore di tutti i capitoli precedenti, nel film è presente anche una non velata critica alla politica di Trump nei confronti dell’emigrazione clandestina dei messicani nei territori USA, ed un non velato femminismo.
Terminator: Destino Oscuro è sicuramente un gran action movie, ma che non brilla certamente in originalità. Il riproporre cliché già visti in “T2”, ed i richiami al passato, sono assolutamente voluti, così da chiudere definitivamente una prima trilogia – escludendo i precedenti ultimi tre film della saga – e lasciare le porte aperte a ulteriori possibili seguiti.
Tim Miller, comunque, è l’artefice di un gran lavoro, attraverso una regia sempre attenta e minuziosa, con l’esperienza nei film Marvel che gli è sicuramente servita. Le grandi scene di azione ad alto tasso adrenalinico, i grandi inseguimenti e l’alto livello di tensione, che si mantiene costante per tutta la durata del film, certamente non deludono. I nostri occhi risultano appagati totalmente da una coreografia complessa e accurata, in cui spesso le leggi della fisica come noi le conosciamo vengono completamente stravolte. Inutile sottolineare inoltre che qui il CGI è usato in abbondanza ed in maniera magistrale.
In Destino Oscuro ritroviamo una Linda Hamilton, certamente invecchiata, ma ancora prepotentemente grande rappresentante del Girl Power, nei panni di una Sarah Connor forse più disillusa e sicuramente più determinata, anche se minata da una profonda insicurezza e dalla paura di poter fallire. Nel film di Miller, la Hamilton non è l’unica eroina impegnata nel contrastare il futuro predominio delle macchine, insieme a lei, infatti, anche Natalia Rayes – che riveste il ruolo della mite Dani – e l’atletica MacKenzie Davis – nei panni della potenziata Grace.
Non poteva assolutamente mancare Arnold Schwarzenegger nella sua interpretazione più iconica. La sua nuova esperienza nei panni del T800 punta maggiormente sul nuovo lato umano del personaggio, e meno su una fisicità, ovviamente appesantita ed infiacchita dal tempo. Il suo è un personaggio che non è più all’altezza di combattere da solo il terribile Rev-9, l’evolutissimo cyborg che ha preso il posto del temibile T1000, interpretato da un convincente Gabriel Luna.
In Conclusione
Terminator: Destino Oscuro è un film che vale la pena di essere visto, partendo però dal presupposto che tante saranno le sensazioni di Déjà vu, in parte gradite, a cui potremo incorrere.
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