Klaus – I segreti del Natale (Klaus) è un film d’animazione spagnolo del 2019 scritto e diretto da Sergio Pablos, ora disponibile su Netflix. Questa è la recensione.
Il film è stato prodotto da SPA Studios, con il supporto di Aniventure e distribuito da Netflix come suo primo film animato originale. Scritto da Zach Lewis e Jim Mahoney, il film vede tra le voci del suo cast vocale originale quella di Jason Schwartzman, J.K. Simmons, Rashida Jones e di Joan Cusack, mentre nella versione italiana abbiamo le voci di Marco Mengoni, Carla Signoris, Ambra Angiolini, Francesco Pannofino, Dario Oppino, Neri Marcorè e Renato Cecchetto.
Quando Jesper si distingue come il peggior studente dell’accademia postale, viene assegnato di istanza su un’isola ghiacciata al circolo polare artico, dove gli abitanti del luogo, in lotta tra loro, difficilmente si scambiano parole tantomeno lettere. Jesper sta per arrendersi quando trova un’alleata nell’insegnante locale Alva e scopre Klaus, un misterioso falegname che vive da solo in una capanna piena di giocattoli fatti a mano. Queste improbabili amicizie restituiscono risate a Smeerensburg, forgiando una nuova eredità di vicini generosi, magiche terre e calze accuratamente appese al camino.
COMMENTO
Il film riprende la tecnica d’animazione in 2D, puntando maggiormente al più classico effetto nostalgia, ma questo particolare non sembra giovare alla fluidità nei movimenti dei personaggi, i quali appaiono lenti come nelle intro dei primi videogiochi degli anni 2000.
La trama, che sembra iniziare con il piede giusto – catturando nella giusta maniera l’attenzione dello spettatore – inizia a scadere tra banalità e ovvietà dopo i primi 30 minuti di visione. Il risultato che si ottiene è poco avvincente, in linea con un episodio sul Natale di qualunque cartone animato oggi disponibile sul digitale terrestre: l’effetto suscitato, pertanto, è quello di annoiare a più riprese lo spettatore. Il finale è scontato, e non aggiunge niente di nuovo alle mille pellicole di genere già presenti sul mercato.
Di positivo c’è il doppiaggio, nel particolare citiamo la voce di Marco Mengoni, oramai quasi un veterano del mestiere. Una lode va anche alla colonna sonora, vera perla di questo film. Ogni brano va a incatenarsi esattamente con l’enfasi suscitata in quel preciso istante.
IN CONCLUSIONE
Klaus è un’esperimento d’animazione rivolto alle famiglie che delude sotto molti punti di vista è una delusione. La classica occasione mancata, la qualità espressa è ben lontana dai film d’animazione di genere.
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