A Tor Bella Monaca non “piove” mai, recensione del film di Marco Bocci
Erano anni che l’attore Marco Bocci aveva in cantiere il desiderio di trasformare in film il suo romanzo d’esordio “A Tor Bella Monaca non ‘piove’ mai” e, dal 28 novembre, il suo sogno è divenuto realtà. Vi presentiamo la nostra recensione.
A Tor Bella Monaca, quartiere dell’estrema periferia est di Roma, vive Mauro (Libero De Rienzo) che fatia a sbarcare il lunario. Lui è diverso da suo fratello Romolo (Andrea Sartoretti): Mauro ha studiato, attende l’assunzione negli uffici comunali non tanto per lui quanto per riconquistare il suo amore Samantha (Antonia Liskova), mentre Romolo è un collezionista di pene e attualmente in fase di redenzione. Per uscire dalla miseria della propria vita, Mauro tenta una scorciatoia, organizzando con i suoi disperati amici un’esosa rapina alla mafia cinese, ma non essendo un gruppo di esperti, questa rapina gli causerà non pochi imprevisti, concludendosi con una tragedia familiare e sociale.
A Tor Bella Monaca non ‘piove’ mai si concentra sulla disperazione individuale di chi è nato e tenta di sopravvivere in quella periferia lasciata alla sbando, arida, in cui solo quando piove – ossia arriva la polizia – viene ripulita.
Nel suo esordio come regista, Marco Bocci, pur vestendo anche i panni di autore del soggetto, ha saputo dosare la narrazione, sfoltendo la trama originale regalandogli così una buona resa cinematografica.
Il passato lavorativo dell’attore, è ben presente pur rivestendo un altro ruolo, non solo a causa di un cameo da lui interpretato, ma soprattutto da come dirige il suo cast e nella scelta precisa delle inquadrature. Il regista Marco Bocci in “A Tor Bella Monaca non ‘piove’ mai” predilige i primi piani che evidenziano i lineamenti e la psicologia dei singoli personaggi, e strutturando le scene con un impianto tipico teatrale.
Durante la visione lo spettatore ha come la sensazione di trovarsi – anche fisicamente – tra i palazzoni e il degrado di Tor Bella. Una percezione, fortemente voluta da Bocci grazie anche all’inserimento di una colonna sonora ipersensoriale che accoglie e sostiene ogni sequenza, senza sembrare invasiva.
Negli ultimi anni la periferia è stata iper raccontata al cinema e in televisione, ma Marco Bocci vuole regalarci una visione più umana, oltrepassando le pareti e scavando nei suoi abitanti. Sicuramente il cast attoriale lo aiuta, un Giorgio Colangeli si concede al giovane regista nell’interpretazione di un padre di famiglia a metà tra la rassegnazione e la voglia di lottare per non rimanere arenato in una difficile condizione economica.
“A Tor Bella Monaca non ‘piove’ mai“ vive un crescendo attraverso sfumature di grigio che caratterizzano le estenuati lotte di chi cerca libertà e redenzione dove sembra esserci un’unica via, quella sbagliata.
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