Se n’è andata oggi all’età di 93 anni Lina Wertmüller, la regista di stirpe nobile che ha saputo raccontare con ironia la realtà sociale e politica del nostro paese già dal suo esordio nel 1968 con I basilischi.
Proprio con Giannini la Wertmüller instaurò un duraturo sodalizio iniziato con Rita la zanzara (con protagonista Rita Pavone) che li ha visti realizzare negli anni Settanta alcuni film entrati nella memoria degli italiani, e non solo: oltre al sopracitato Pasqualino Settebellezze ricordiamo Mimì metallurgico ferito nell’onore (1972) e, soprattutto, Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare di agosto (1974) con protagonista femminile una strepitosa Mariangela Melato e vera summa del proprio pensiero e del suo modo di intendere e fare cinema.
Con questi film, Lina Wertmüller ha saputo raccontare non solo il divario tra classi presente nella nostra società, ma ha anche saputo portare sullo schermo personaggi intrisi di umanità che sono stati – e sono tuttora – la nostra controparte. Il tutto sempre con uno sguardo partecipe eppure ironico e a tratti graffiante, come dimostrano i titoli dei suoi film.
Eppure, i suoi ultimi film non hanno avuto la stessa fortuna dei precedenti: forse perché il cinema, come anche il nostro paese, è cambiato e alla Wertmüller è mancata forse la capacità di evolvere il suo cinema e allinearlo al mondo di oggi. Ma se c’è una cosa che si può dire è che, anche nell’ultimo periodo, non è mai scesa a compromessi e l’ironia è sempre rimasta ben marcata.
Lina Wertmüller è stata, inoltre, la prima donna in assoluto ad aver ottenuto una candidatura all’Oscar nel 1977 per la regia di Pasqualino Settebellezze interpretato dal suo attore feticcio Giancarlo Giannini. Il film ricevette in totale tre nomination, tra cui una proprio per Giannini. Nel 2019, l’Academy l’ha insignita dell’Oscar alla carriera.
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