After Life, la recensione della mini-serie Netflix di Ricky Gervais
After Life è la mini-serie Netflix, dal sapore amaro, scritta diretta ed interpretata da Ricky Gervais. Questa la nostra recensione.
Tony (Ricky Gervais) è un giornalista che lavora nel giornale locale diretto dal cognato. Dopo la morte della moglie Lisa (Kerry Godliman) ha avuto un tracollo. Stanco della vita ed affranto per il lutto, pensa costantemente al suicidio e, ormai senza più nessun tipo di filtro, affronta la vita quotidianamente senza più doversi preoccupare di ciò che le sue azioni potranno causare. Tony ha un padre, affetto da Alzheimer, che va a trovare ogni giorno per pochi minuti nella clinica dove è ricoverato. L’unico conforto sembra essere Brandy, la femmina di pastore tedesco che spinge Tony ad andare avanti.
Il Commento
In bilico fra black comedy e serie drammatica, After Life è spiazzante in ognuno degli episodi che compongono questa mini-serie.
Ogni personaggio che appare sullo schermo è un caleidoscopio di sfumature colorate e, nonostante la maggior parte di questi viva una vita grigia e deprimente, la gioia di vivere rappresenta la caratteristica caratteriale predominante. Da controaltare c’è Tony, un uomo che fa di tutto per rovesciare sul mondo che lo circonda la propria condizione di vedovo disperato. E questa contrapposizione di visione del mondo fra il protagonista e la miriade di casi umani che lo circonda è il fulcro dell’intera narrazione.
La durata di ogni episodio è piuttosto corta per gli standard Netflix, siamo intorno alla mezz’ora, e tutti si presentano soddisfacenti e ben strutturati. Il lavoro di scrittura e regia è perfetto, e dà modo di scoprire un Ricky Gervais sotto una nuova luce. Bella la fotografia e le musiche che arricchiscono gli episodi.
L’attore è noto al grande pubblico soprattutto per le sue apparizioni da caratterista: pensiamo a lui per il ciclo di “Una Notte al Museo” dove lo abbiamo visto nel ruolo del direttore, o per il ruolo di Ferdy in Stardust (film fantasy del 2007 con Robert De Niro). Con After Life scopriamo un Gervais di spessore, si apprezzano le doti di regia ma soprattutto, e principalmente, le qualità da attore drammatico, finora ben celate da quell’espressione scanzonata che lo caratterizza.
Ricco il cast della produzione, tutto targato UK: oltre alla Godliman che ha già lavorato con Gervais in Derek, troviamo anche due conoscenze legate al mondo di Doctor Who, ovvero David Bradley e Penelope Wilton.
La serie è composta da sei episodi che vi consigliamo di vedere tutti d’un fiato nell’arco di una serata, visto l’impegno temporale che è necessario. Sul suo canale Twitter, Gervais ha confermato ieri che si farà una seconda stagione, speriamo possa essere messa presto in cantiere.
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