Abbiamo visto l’ottavo episodio della quarta stagione di Star Trek: Discovery intitolato “All in“ (Rischiare Tutto), trasmesso sulla piattaforma streaming Pluto TV alle ore 21,00 di venerdi 11 febbraio, in replica sempre alla stessa ora nei due giorni successivi. Questa la recensione.
REGIA E SCENEGGIATURA
All In, diretto da Christopher J. Byrne & Jen McGowan su una sceneggiatura scritta da Sean Cochran, è un episodio da cui probabilmente ci saremmo potuti aspettare maggior brio, con uno sviluppo della trama essenzialmente più adrenalinico, vista la conclusione estremamente drammatica e potenzialmente “esplosiva” di …Ma per connettersi… E INVECE NO!
All In è un capitolo che sembrerebbe essere interlocutorio, dove più che la trama principale viene focalizzato il rapporto tra Book e Burnham, un rapporto sicuramente solido, ma ora minato dalla divergente visione della risoluzione di un problema che può portare alla distruzione di una intera galassia. Una visione che ha portato Book ad essere in contrasto non solo con la sua amata, ma anche con la Federazione. Ebbene, come viene affrontato nella puntata questo grandissimo problema? La risposta (detta alla romana) è: “Dai su, famose ‘na cartata…”. Una partita a carte in un “localaccio alla Star Wars”, covo di malfattori, truffatori e criminali, che solo in parte può riportare alla mente le atmosfere del famoso “Bar di Quark” in Deep Space 9.
L’idea sarebbe potuta anche essere buona ma, secondo noi, andava sviluppata con maggiore enfasi e prendendo spunto, ad esempio, da “La Regina degli Scacchi“, una serie questa basata sul “gioco” dove l’attenzione è tenuta costantemente alta, questo grazie ad uno script efficace e alla protagonista che, attraverso una grande empatia, riesce a catturare lo spettattore guidandolo negli intricati meandri della sua mente.
Purtroppo in All In il tessuto narrativo non appare all’altezza: i giocatori portano stancamente avanti una partita piatta e priva di brio. I dialoghi inoltre sono scarni e banali. Inoltre le battute, non molte a dire il vero, non brillano certo per senso dell’ironia.
CAST E PERSONAGGI
Nessun personaggio eccelle per prestazioni recitative, causa forse di una regia poco attenta e inefficace, e non certo per colpa degli attori principali in gioco, le cui qualità non sono in discussione. Il titolare del “localaccio“, a parte un aspetto bizzarro, non riesce a trasmettere quella necessaria ambiguità che dovrebbe essere una componente peculiare del suo personaggio… nulla a che vedere con il “ferengi“! Gli altri due giocatori, anche loro in competizione come Burnham e Book per la posta in palio, appaiono come gregari quasi inanimati e capaci solo di “grugnire”, in realtà è come se non ci fossero. Sembra di assistere a una partita di “tresette con il morto” (in questo caso 2). Difficile poi riuscire a comprendere come Michael possa intuire senza studi dettagliati quello che Stamets, dopo attente analisi e complessi calcoli, non è riuscito a percepire in merito alla terrificante anomalia cosmica… dimenticavamo: Burnham è onnisciente, onnipresente e onnipotente, anche se ha una pecca: quella di non saper giocare molto bene a carte!
CONCLUSIONE
All In non è certo all’altezza di molti degli episodi che l’hanno preceduto. Un episodio che possiamo definire frivolo, la sua funzione è forse quella di fungere da “cuscinetto”. Comunque la sua visione risulta abbastanza scorrevole. Una gradita piccola leggera pausa agli eventi futuri che forse potrebbero delinearsi carichi di estrema drammaticità.
Staremo a vedere!
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