Aquaman e il Regno Perduto, recensione dell’ultimo film del DCEU
Abbiamo visto Aquaman e il Regno Perduto, il film DCEU diretto da James Wan, interpretato da Jason Momoa. Questa è la recensione.
Da pochi giorni nelle sale di tutto il mondo, la seconda avventura cinematografica in solitaria di Aquaman mette fine – una volta e per tutte – all’immensa saga nota come DC Extended Universe, e nel farlo offre al pubblico un’avventura ispirata in parte ad uno degli archi fumettistici più tragici “La morte di un principe“. Nel cast di Aquaman e il Regno Perduto, oltre a Jason Momoa, ritornano Patrick Wilson, Amber Heard, Yahya Abdul-Mateen II e Nicole Kidman, con l’aggiunta di qualche nuova leva, Randall Park e Pilou Asbaek.
Anni dopo aver battuto il fratellastro Orm (Wilson) e conquistato il trono di Atlantide, Arthur Curry aka Aquaman (Momoa) si divide tra obblighi di comando e faccende terrene come la crescita del suo primogenito. Nel frattempo il villain Black Manta (Abdul-Mateen II) si è messo alla ricerca di tecnologie atlantidee in grado di offrirgli la possibilità di riparare la sua armatura e battersi ancora con Aquaman. Durante una delle sue spedizioni, il villain però si imbatte in un tridente misterioso che gli dona poteri oscuri. Questa volta Aquaman per sconfiggere il suo nemico dovrà ricorrere ad un alleato da lui stesso rinnegato, il fratellastro Orm.
Aquaman e il Regno Perduto: il commento.
Dieci anni dopo l’uscita al cinema di L’uomo d’Acciaio, la celebre saga DC Extended Universe trova il suo capitolo finale con la seconda avventura cinematografica di Aquaman che per certi versi, è il personaggio introdotto in questo lungo arco narrativo più amato da fan, critica e pubblico. Il lavoro svolto dal regista James Wan e dal protagonista Jason Momoa è stato encomiabile nel primo capitolo – uscito nel 2018 – ma anche in parte nel suo sequel, e questo anche in virtù del fatto che le aspettative su Aquaman e il Regno Perduto nell’ultimo periodo sono state ridotte all’osso da una critica già proiettato verso il nuovo franchise del duo James Gunn/Peter Safran.
Al netto delle troppe pecche a livello narrativo, infatti, Aquaman e il Regno Perduto offre al suo pubblico il giusto livello di intrattenimento, alcuni momenti divertenti, ed un ritmo scandito da fragorose battaglie marine, scazzottate epiche e ammiccamenti vari ai fumetti DC Comics dedicati alla run da cui il film è tratto “La morte di un principe“. Il film di James Wan è di fatto il giusto encomio al personaggio, ma anche a quel DC Extended Universe troppe volte sbattuto in prima pagina non per i giusti motivi.
La messa in scena operata da Wan è quanto mai azzeccata, semmai fa storcere il naso il lavoro svolto sulle interconnessioni narrative legate alle varie sotto-trame, spesso confusionarie ed in alcuni casi solo abbozzate. Di fatto, la mitologia dietro quel “Regno Perduto” che presta il nome al titolo del film è solo accennata, e la battaglia tra regni nel finale serve solo a far da sfondo ad altri avvenimenti. Siamo molto lontani dall’epico finale di “Aquaman“.
Il viaggio in lungo e largo della strana coppia Aquaman/Orm è forse l’elemento migliore di Aquaman e il Regno Perduto. I due personaggi ricordano molto da vicino vicende cinematografiche già viste ad Hollywood: viene da pensare, a tal proposito, ad altri due celebri fratelli provenienti dai fumetti – Thor e Loki – nemici per antonomasia, ma uniti per da un destino comune. A sottolineare quanto scritto, la coppia formata da Jason Momoa e Patrick Wilson dimostra un’ottima chimica che illumina lo schermo anche dinanzi ai punti più oscuri.
Sotto il punto di vista tecnico, Aquaman e il Regno Perduto offre un buon livello di resa visiva. Atlantide – ed i vari luoghi marini – sono ben caratterizzati, anche se buona parte dell’azione si svolge fuori dai territori sommersi. Le sequenze maggiormente legate al puro intrattenimento risultano ben costruite, ed in parte capaci di distogliere l’attenzione dei più attenti da un CGI non all’altezza di altri kolossal di genere usciti di recente (vedi Avatar: La via dell’Acqua). Le musiche, inoltre, accompagnano alcune delle sequenze più interessanti del film, e lo fanno senza mai prendere il sopravvento su ciò che viene mostrato sullo schermo.
Per concludere, siamo inoltre costretti a criticare aspramente la scelta di Wan e sceneggiatori di caratterizzare al minimo altri personaggi importanti quali Mera (Amber Heard), lo stesso Black Manta (Yahya Abdul-Mateen II) mai realmente al centro dell’attenzione, ed il temibile Kordax (Pilou Asbaek), solo un’ombra che spaventa più per il suo aspetto che per le sue intenzioni oscure.
Aquaman e il Regno Perduto: in conclusione.
Il saluto finale al DCEU non poteva che essere affidato ad Aquaman, il personaggio meglio caratterizzato da Zack Snyder e Co. Nonostante alcuni difetti abbastanza evidenti, il film di James Wan fa il suo “sporco lavoro”, ovvero diverte, intrattiene ed offre al pubblico anche momenti di puro divertimento. Siamo tristi per la chiusura del DCEU? Forse si, non vedere più Jason Momoa interpretare Arthur Curry sarà qualcosa a cui tutti dovremo abituarci.
Aquaman e il Regno Perduto è attualmente distribuito nelle sale italiane sotto il marchio Warner Bros.
Aquaman e il Regno Perduto
Regista: James Wan
Data di creazione: 2023-12-29 23:42
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