Barbarians: La recensione della prima stagione su Netflix
Da pochi giorni è disponibile su Netflix la serie storica Barbarians. Nei sei episodi che compongono la prima stagione, la serie tedesca ripercorre le vicende della famosissima Battaglia di Teutoburgo, una delle più gravi sconfitte che l’esercito romano abbia mai subito. Ecco la nostra recensione.
LA TRAMA. 9 D.C, odierna Germania occidentale. L’impero Romano, che oramai si estende dal Portogallo alla Siria, ha messo gli occhi sulle terre ad est del fiume Reno. I romani la chiamano Germania Magna. Lì, vivono una serie di tribù barbare sempre in conflitto tra di loro. Per le legioni di Roma, comandate dal legato Quintilio Varo, la conquista sembra una questione di settimane. Ma nelle file delle Aquile si annida un certo Arminio, di sangue germanico, ma cresciuto tra i romani. Il suo tradimento cambierà per sempre il corso della storia.
LA SERIE. Negli ultimi anni, le Serie tv che hanno come oggetto non direttamente gli Antichi Romani, ma le popolazioni con cui l’Impero entrò in conflitto, stanno proliferando. Recentissime sono la pessima Britannia, di Jez Butterworth (una delle peggiori serie “storiche” degli ultimi 10 anni) e la mediocre docu-serie Barbarians: Roma Sotto Attacco.
Barbaren (questo è il titolo originale tedesco), si inserisce chiaramente in questo filone narrativo “anti romano” e lo porta decisamente ad un altro livello di acredine contro l’Impero. Guardando Barbarians, si ha l’impressione che questa serie sia stata prodotta da un partito dell’estrema destra tedesca.
A tratti Barbarians sembra infatti avere quasi degli intenti propagandistici. I dialoghi sono pieni di stucchevole retorica sulla libertà e l’unità del popolo germanico contro l’occupazione dei romani, dipinti come degli oppressori crudeli, ma stolti allo stesso tempo. Gli attori che interpretano i guerrieri germanici sono tutti bellissimi, alti, biondi, puliti e parlano un perfetto tedesco del 2020. Quelli che interpretano i Romani sono bassi, tozzi e biascicano un latino estremamente casereccio con il quale non fanno altro che insultare i germani e il loro modo di vivere.
L’unico scopo degli autori di Barbarians sembra essere quello di solleticare l’appetito patriottico degli spettatori tedeschi. Ciò avviene a spese di un’accuratezza storica che va a farsi benedire. Non ci sono infatti prove che il padre di Arminio venga assassinato dai Romani. Non è neanche vero che Arminio venne nominato da Varo come Re dei Cherusci. La cosiddetta “oppressione” dei Romani sui popoli germanici, poi, viene del tutto decontestualizzata e chi guarda non ha la minima idea di quelle che erano le relazioni lungo il confine tra i Romani e le popolazioni barbariche.
In Barbarians lo spettatore ha un solo compito: deve subito capire chi sono i buoni (ovviamente i Germani) e chi i cattivi, i Romani. A convincere il pubblico ci pensano gli attori, a partire da Arminio, interpretato dall’austriaco Laurence Rupp che dopo un iniziale dubbio esistenziale, inizia con una serie di sproloqui generici/propagandistici contro l’oppressione romana.
Arminio viene eccessivamente idealizzato lungo tutto l’arco narrativo ma ancora peggio di lui sono i due altri protagonisti, Thusnelda (Geanne Goursaud) e Folkwin Wolfspeer (David Shutter). A tratti questi due sembrano più una brutta copia di Lagherta e Ragnar Lothbrock di Vikings, che dei credibili personaggi storici del tempo.
A causa di queste derive patriottiche e totalmente unidirezionali, Barbarians disperde totalmente un’idea che poteva essere assai interessante. Quella di raccontare in maniera seria ed oggettiva, ma non per questo meno appassionante, una delle più grandi sconfitte nella storia di Roma, le cui conseguenze per certi versi arrivano sino ai giorni nostri (probabilmente, se i Romani non fossero caduti dell’imboscata di Teutoburgo, in Germania oggi si parlerebbe una lingua simile al francese).
Con i mezzi messi a disposizione da Netflix, che comunque si vedono nella qualità della scenografia e delle riprese, si poteva fare molto, ma molto meglio. Si poteva rendere il contesto storico generale in maniera più realistica, cercando di dare voci anche all’altro lato del Reno (i Romani). Si è preferito l’approccio propagandistico patriottico che, speriamo, terminerà con l’arrivo della probabile seconda stagione.
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11 thoughts on “Barbarians: La recensione della prima stagione su Netflix”
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Roma era un impero invasore…i barbari erano quelli invasi…quindi come la si doveva raccontare? Chi invade è sempre visto come “cattivo ” chi viene invaso è sempre visto come la vittima che deve riprendersi la propria libertà…non capisco i tuoi ragionamenti sulla trama sinceramente….
Roma era l’impero, i Germani i barbari e cioè’ ,per l’epoca, la civiltà contro un mondo barbaro appunto.Si deve contestualizzare senza lasciarsi trascinare da attuali riscrizioni della storia in salsa buonista.Per non parlare dei combattimenti.Il legionario romano era il migliore soldato dell’epoca e nella serie appare come un dilettante che soccombe sempre alla abilità dei combattenti germanici, cosa non vera e alquanto ridicola.In questo senso trovo corretto il commento alla trama che prosegue purtroppo con una II serie ancor più ridicola.PIiuttosto viene da chiedersi quando noi Italiani saremo in grado di produrre una serie che dia lustro e verità a quei tempi.
Scusate ma qui non si tratta di dire chi erano buoni e chi i cattivi. Penso che sarebbe stato meglio esporre i fatti storici con un certo distacco senza tentazioni alla “Asterix” applicate al mondo di allora. Capisco che in una serie televisiva destinata al grande pubblico non si può andare tanto per il sottile ma.. così l’effetto è diseducativo proprio rispetto al pubblicoche si vuole informare..
In verità Varo era famoso per il modo in cui tiranneggiava in quelle terre, e anzi, Netflix sembra averlo ammorbidito un po’ come personaggio. I germanici non sono dipinti in modo molto positivo, (come scritto nella recensione) anzi, sono rappresentati come un popolo diviso, superstizioso e fin troppo aggressivo tanto che non mancano stupri, infanticidi (falliti) e donne trattate come bestiame. Sull’aspetto fisico, anche, un’altra cosa non vera. I romani nella serie sono ben curati, rasati, e appaiono anche due muscolosi bellocci tra quelli in carica, mentre i barbari sono spesso barbuti, irsuti e massicci.
Immagino che Luca Coniglio abbia solo sentito parlare della serie. Vedendo il parere di appassionati di storia romana, anzi, pare che la serie sia apprezzata nonostante alcune libertà sul personaggio di Arminio. Rimane una delle trasposizioni su schermo più fedeli dal punto di vista storico, specie per quanto riguarda costumi e usanze.
Serie storicamente latente, i “germani” non erano una gruppo di contadini oppressi dai romani ma popoli di saccheggiatori e razziatori che spesso facevano scorribande sanguinarie nella zona del Reno e in Rezia (Austria).
I villaggi riprodotto nella serie sembrano dei “bijou” con le donne che girano vestite in sandali e vestaglie greche…ridicolo.
La battaglia finale a base di fuoco e benzina è a tratti “imbarazzante
Si poteva fare meglio ma molto molto meglio.
l’intento propagandistico antiromano è evidentissimo. è chiaro che dopo più di 2.000 anni ai crucchi ancora brucia la superiorità dei Romani contro i rozzi barbari. La storia non cambia certo a causa di un telefilm pieno di menzogne.
Mi dispiace per te Alessandro ma la storia è andata diversamente da quelle parti. Roma, dopo aver per anni cercato di avere la supremazia in quelle terre e dopo aver preso calci in quel posto ogni volta, hanno abbandonato per sempre l’idea di assoggettarli.
Io sono italiano ma se scavi nel tuo passato, prima ancora di quello romano, scoprirai delle cose molto, molto interessanti….
A quanto pare il vero propagandista sei tu, e anche ignorante.. come spesso accade in questi frangenti. A me è invece lampante che a persone come te, dopo 2000 anni, ancora bruci che i romani le abbiano prese di santa ragione a Teutoburgo. Ti consiglio la lettura di qualche libro, ogni tanto.. se vuoi ce ne sono alcuni che parlano proprio della battaglia di Kalkriese.. e il più delle volte sono scritti da non-tedeschi! La storia non cambia certo a causa di persone come te che cercano di nascondere i fatti sotto al tappeto!
Quindi seguendo la tua logica, gli anglo americani erano carnefici dei poveri nazisti, anche loro sono stati invasi.
Finalmente una serie televisiva che racconta la storia come realmente è stata e non come ce l’hanno raccontata per secoli, anche tra i banchi di scuola. Roma e la sua politica imperialista, conquistava non chiedeva il permesso ; trucidava e imponeva la sua legge come unica possibile. Un popolo oppresso e schiavizzato o si arrende o combatte. Le nostre vere origini europee, che piaccia o non piaccia, sono quelle indoeuropee, celtiche : popoli che vivevano nelle foreste e che praticavano rituali antichi provenienti dall’est. La stessa Roma ha avuto origine da popolazioni indoeuropee che “pregavano” divinità di origine indoeuropea – Rumia vi dice qualcosa?. Dobbiamo finalmente riappropriarci delle nostre vere origini e tradizioni e riscrivere la vera storia, non quella che ci è stata raccontata dalla propaganda di Roma prima e dalla Chiesa in seguito.
P.s.: le gentes romane erano, nella media, di statura inferiore alle popolazioni del nord Europa. Nella serie televisiva, inoltre, non mi sembra che la maggior parte degli attori delle tribù germaniche fossero dei fotomodelli rispetto ai legionari romani…parlando appunto di propaganda pro-germani!.
E parlando ancora di propaganda falsa e ingannevole, ricordo appunto che nel film Il Gladiatore , Roma risulta trionfante sui “barbari” germanici!.
Un saluto!.
W la pace, sempre!
Più che propaganda Roma vittoriosa era la norma e verità